«Tradita la fiducia mia, della società e dei tifosi. Vuol dire che i calciatori si riposeranno solo il giorno di Natale. Il Brancaleone ci ha insegnato come si deve giocare»
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Infuriato, arrabbiato, deluso, amareggiato. Non per la sconfitta. Mimmo Varrà è solito vincere anche quando perde. Ma il direttore generale del Soriano è letteralmente imbufalito per il modo in cui ha perduto oggi, in casa, la sua squadra nell’anticipo con il Brancaleone (0-1, gol Tripodi). Una partita giocata e interpretata male dalla formazione rossoblù, colpita a freddo dagli ospiti e poi incapace di reagire, pur avendo almeno un paio di ghiotte occasioni per rimediare e pur dovendo fare i conti con assenze pesanti (Alvarez, Acosta e Fioretti). Il dg Varrà, però, non ammette alibi e allora ecco tutti i permessi annullati. La squadra era previsto che riposasse fino a giovedì, ma lunedì saranno tutti al campo ad allenarsi: «Anche Vigilia di Natale in campo – aggiunge il dg – perché è bene che capiscano come ci si deve comportare in campo. Oggi hanno tradito la mia fiducia, quella della società e, soprattutto, dei tifosi, affrontando la sfida come se fosse una gara priva di significato, con atteggiamento vacanziero, senza nerbo e grinta, senza alcun rispetto verso chi gli ha dato tanto e nulla gli sta facendo mancare».
Punizione severa
Una decisione obiettivamente eccessiva, se si considerano la seconda posizione in classifica e i tredici risultati utili consecutivi, oltre alle attenuanti per le pesanti assenze, ma qui Varrà spiega di non accettare giustificazioni: «Vorrei che fosse chiara una cosa: io sono contento di quel che hanno fatto i ragazzi finora. L’ho detto più volte e lo ribadisco, ma il punto è un altro: ci sono tanti modi per perdere e i miei hanno trovato quello peggiore ed io devo intervenire. Punizione severa? Mi ha dato fastidio assistere ad una prova senza nerbo, senza alcun rispetto verso chi è venuto ad assistere al confronto e verso la dirigenza, che si aspettava ben altra prestazione».
Le scuse ai tifosi
E qui emerge il motivo principale della rabbia del dg rossoblù: «Due ore prima del via, c’erano circa settanta tifosi al campo a preparare coreografie e striscioni. Si è ricreato un entusiasmo dopo anni: i nostri tifosi hanno pranzato al campo con i panini e per tutta la gara ci hanno sostenuto, senza stare zitti un solo secondo. Si meritavano di essere premiati con una vittoria ma, soprattutto, con una prova di carattere, nerbo, sostanza, proprio come ha fatto il Brancaleone che ha vinto con merito e che ci ha insegnato come si deve giocare, lottando dall’inizio alla fine». Dicevamo di un Soriano vice capolista e con 13 risultati utili di fila, ma Varrà non ci sta: «Cosa ci impediva di arrivare a 14? A un certo punto della gara mi veniva la voglia di mettere le scarpette da gioco e entrare in campo. Quell’apatia generale mi ha infastidito, perché pensavo a quei tifosi che erano lì per noi e ai quali non è giunta la benché minima gratificazione, quantomeno sul piano della caparbietà, della voglia, della volontà».
Intervento immediato
Da qui la decisione dell’annullamento di tutti i permessi: «Domenica si possono riposare, ma lunedì li voglio tutti al campo e pretendo spiegazioni. Devo intervenire subito. Questa società nulla gli sta facendo mancare. Dopo mezzora che chiedono una cosa, hanno tutto pronto. È vero: non abbiamo l’obbligo di vincere il campionato e ribadisco di essere felice per quanto fatto nel girone di andata, però mi resta l’amaro in bocca per le modalità con le quali si è affrontata questa sfida. Non ho visto carattere e mordente, non ho visto uno slancio di orgoglio. Ho visto invece qualche calciatore che sembrava giocasse da solo. Lunedì mi sentiranno tutti. E statene certi che prove così il Soriano non ne farà più». In effetti se la punizione sembra eccessiva, ha fatto anche un certo effetto vedere la gente di Soriano sostenere la squadra fino alla fine, con passione, orgoglio, calore, sventolando le bandiere, intonando cori verso la squadra. «Io mi conosco – aggiunge Varrà – e so già che stanotte non dormirò. Non ho visto atteggiamento e mentalità da squadra seconda in classifica. Non si doveva giocare così di fronte a chi ci ha dato un’apertura di credito incredibile. Oggi non c’era in palio la vittoria. Oggi, più che i tre punti, contava dare risposte a coloro che hanno mostrato affetto, sensibilità e calore nei nostri confronti, anche perché oggi, a prescindere da quel che succederà e da chi ci sarà, il Soriano grazie ai suoi tifosi ha scritto una nuova pagina di storia, e la squadra non ha saputo accompagnare i nostri tifosi in questo percorso. Mi dispiace. Chiedo scusa a nome di tutti. Sono avvilito e deluso, ma non mollo. E farò in modo che anche i ragazzi, ai quali ripeto sono grato per quel che hanno fatto, in futuro non avranno altri cali di tensione».