La decisione del club è giustificata dalla classifica deludente, ma sarebbe stato più opportuno fare quadrato attorno al tecnico, per quello che ha fatto sulla panchina giallorossa
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Gli esoneri non sono mai piacevoli e non solo per gli allenatori, anche se un tecnico li mette ampiamente in preventivo. Quando si manda via un trainer, ogni club si sobbarca un costo aggiuntivo dovuto al nuovo allenatore e di questi tempi, poi, con i bilanci risicati, le cose si complicano ancora di più. In questi casi lasciano il tempo che trovano anche le dichiarazioni di circostanza. Se veramente si ritiene Giuseppe Saladino un allenatore valido e una persona perbene (cose vere entrambe, per la cronaca), allora se si ha la fortuna di avere uno così, il primo passo da fare è quello di affidargli una formazione un minimo competitiva.
Minore qualità
Questo Sersale, che ha perso uno come Russo lì davanti, che non ha più Comito e ha perso Iudicelli in mediana, per esempio, ma anche Dezai in attacco, è indubbiamente meno forte dello scorso anno. Minore qualità, minore esperienza, minore incisività. Saladino ha sempre lavorato, bene, con quel che passa il convento e sarà così anche in futuro. Questo esonero nulla cambia sulle sue indiscusse competenze. Dopodiché la società del Sersale, avrebbe dovuto stringersi attorno al proprio tecnico, individuando con lui i correttivi da fare sul mercato, fermo restando che lo stesso club giallorosso ha inteso operare al risparmio, alla luce di un budget non esorbitante e, al riguardo, va dato onore e merito alla passione dei dirigenti che continuano a fare calcio nel centro catanzarese.
Risultati negativi
I punti ottenuti (8 in 9 gare, meno dieci rispetto allo scorso anno) inchiodano il Sersale e quindi è chiaro che le colpe sono di tutti, tecnico compreso. Solo che il Saladino di adesso è lo stesso che qualche mese addietro ha portato il Sersale ad un minuto dai play off, poi svaniti perché su un altro campo hanno smesso di giocare al calcio per dedicarsi ai tarallucci ed al vino! Ma questa è un’altra storia. Adesso è il caso di dire le cose come stanno, perché senno tutti i complimenti rivolti al tecnico in questi mesi, anzi in questi anni, vengono a cadere e sono privi di valore se non si insiste sulla stessa linea. Per dirla francamente: bisognava insistere con lui. Come sempre ci piace dire le cose come stanno.
L’ultima partita
L’incontro con l’Acri di sabato ha detto che il Sersale ha prodotto una serie numerosa di palle gol. E non ha giocato poi così male. Più che altro è mancato un certo dinamismo. Si è giocato sotto ritmo rispetto a quanto siamo stati abituati a vedere. Commessi poi diversi errori a livello individuale: d’altronde c’è anche la paura di sbagliare. Ma quando abbassi l’età media, la pazienza è la prima cosa e quindi serve tanto, ma proprio tanto lavoro. Devi anche avere certi calciatori “cattivi” a livello agonistico che possano trascinare un gruppo giovane (sabato ha giocato in attacco un 2006). Non ci è sembrata, però, una formazione spenta, ma solo un gruppo che deve ritrovare serenità e fiducia in se stesso. Poi è chiaro che gli otto punti in nove gare rappresentano un bottino mediocre. Ma si doveva dare ancora fiducia a chi, su quella stessa panchina, ha vinto e fatto divertire, facendo crescere di valore e di livello tutti i calciatori allenati, giovani e non, conosciuti e sconosciuti.