In Sudamerica la chiamerebbero garra, da queste parti diremmo grinta, tenacia, insomma spirito combattivo. Doti che su un campo da calcio, ad ogni livello, permettono di ottenere sempre qualcosa in più. Lo sa bene Domenico Luciano, giocatore classe 1990 dell’ASD Ardore - nel campionato di Promozione Girone B - che alla qualità mostrata negli anni a centrocampo abbina la quantità, rivelandosi all’occorrenza un difensore centrale roccioso, abile nei contrasti e nell’anticipare l’avversario. 

«Nasco come centrocampista - spiega Luciano - poi col tempo mi sono anche adattato alle diverse situazioni che la squadra ha avuto perché nei momenti di bisogno ho sempre dato la mia disponibilità ad occupare qualsiasi ruolo. Dovessi scegliere un ruolo però opterei per il centrocampo». 

La carriera di Luciano è cominciata nel settore giovanile del Benevento, con la maglia giallorossa si è inoltre laureato campione d’Italia partecipando allo storico successo nel campionato nazionale Berretti 2008-2009. Poi l’esperienza in serie D a Montecchio Emilia e il ritorno in Calabria con diverse esperienze tra Promozione ed Eccellenza con Roccella, Gioia Tauro, Gioiosa, Siderno, Brancaleone, Bovalino, Locri e appunto Ardore. Alla sua seconda stagione in maglia amaranto e con la squadra che sta facendo un campionato di vertice Luciano ha avuto modo anche di mettere al braccio la fascia da capitano.

«Far parte di una società importante ed essere anche il capitano ti porta ad avere tante responsabilità, a dover dare l’esempio. Questo è un aspetto di questo sport che a dir la verità mi è sempre piaciuto. Quindi sono felice ed orgoglioso di farlo. Questa squadra ha ampi margini di miglioramento. Siamo primi e l'obiettivo è quello di cercare di allungare sulle inseguitrici il prima possibile perché non è facile mantenere sempre standard alti. Noi, però, puntiamo a vincere il campionato».

Un campionato che i tifosi sperano di poter seguire nuovamente da vicino, dal momento che per una problematica legata alla tribuna da inizio stagione la squadra non ha potuto contare sulla spinta dei propri sostenitori. «È stato sicuramente un aspetto fondamentale in negativo, perché quello che noi facciamo in campo lo facciamo soprattutto per i tifosi, per la società e poi per noi stessi; ci mancano e speriamo di averli quanto prima insieme a noi».