I numeri parlano per lui: 140 punti in due stagioni, con 166 gol fatti dalla Palmese, un primo posto e uno spareggio vinto sul campo, due finali play off e una promozione. Dietro tutto questo c’è anche la mano di Giuseppe Crucitti, allenatore neroverde dal 2021, per quella che è la prima esperienza in panchina dopo una lunga carriera da calciatore, con quasi 600 presenze fra i Dilettanti. Giuseppe Crucitti, già l’anno passato primo sul campo, questa volta il salto di categoria l’ha ottenuto vincendo uno spareggio di grande intensità e incerto fino all’ultimo.

La squadra neroverde ha avuto ragione del V.E. Rende soltanto alla lotteria dei calci di rigore e poi ha liberato la sua gioia. Ma nel momento del trionfo, il condottiero di questo gruppo non dimentica quanto sia stata lunga questa stagione, alla fine rivelatasi comunque positiva, per una promozione che pesa. «Vale tanto, perché è stata sofferta – spiega proprio il tecnico Giuseppe Crucitti – dall’inizio alla fine. Siamo partiti a Bivongi, alla prima giornata, con tante difficoltà e questo è il coronamento di un sogno. Abbiamo lottato con le unghie e con i denti, soprattutto nelle gare di play off, poiché volevamo giocarci questa possibilità. Allo spareggio il V.E. Rende si è confermato una grande squadra e ci ha messo in difficoltà, però la nostra è una promozione meritata».

Viene scontato pensare ad una nuova avventura di Crucitti alla guida della Palmese, a maggior ragione dopo aver conquistato la promozione sul campo. Eppure il tecnico sposta altrove l’attenzione, per sollecitare un maggiore supporto nei confronti del presidente Sergi. «Rivolgo un appello alla città, in quanto è giunto il momento di stringersi fortemente attorno a questa società, nata appena due anni addietro, ma in grado di dimostrare con i fatti di cosa è capace, riportando la Palmese in Eccellenza. Quindi ribadisco l’invito affinché ci si stringa in tanti attorno alla Palmese: sarebbe un peccato vanificare tutto ciò. Per quanto riguarda il mio futuro, ci sarà tempo di pensarci». Scontata la dedica, con tanto di commozione, che fa capire quanto di umano ci sia dietro ad un pallone: «È per la mia famiglia».