Due stagioni con il San Nicola da Crissa, dove ha confermato il proprio valore come difensore centrale, mettendo al servizio della squadra esperienza e caparbietà, ma nella stessa avventura si è fatto apprezzare pure come direttore sportivo, avendo provveduto a costruire l’organico. A conti fatti, Antonio Romeo rimane un vero e proprio leader, in campo e nello spogliatoio. Un calciatore che sa farsi rispettare, ma anche amare e benvolere, in grado di allacciare buoni rapporti con tutti. Un difensore aggressivo, ma mai cattivo.

A 37 anni, era e rimane una certezza e l’ultima stagione, vissuta da protagonista, conferma il valore di un giocatore che si divide fra campo, famiglia e lavoro. Con il San Nicola da Crissa risultati altalenanti, ma ecco il bilancio del difensore vibonese: «Eravamo partiti con tante ambizioni e il nostro avvio di stagione è stato positivo, tanto da viaggiare in zona play off nel girone di andata. Una volta arrivati a dicembre, la pessima situazione delle calabresi di Serie D ci ha spinto a riflettere sul da farsi. Avendo avuto anche l’onere e l’onore di allestire la squadra come direttore sportivo, ho dovuto principalmente salvaguardare l’interesse della dirigenza, perché sarebbe stato inutile far spendere ulteriore denaro per rinforzare l’organico, allo scopo di affrontare dei play off che sarebbero stati inutili, come poi si è visto alla fine della stagione. Di conseguenza abbiamo pensato solo a mantenere la categoria con una scelta lungimirante, che ci ha dato ragione».

A livello personale un’altra annata positiva da archiviare, nella quale non sono mancati i momenti difficili. E poi c’è la soddisfazione di aver conquistato la terza posizione nella Top Ten di Zona D, il format di LaC Tv che riguarda il calcio dilettantistico calabrese. «È una bella soddisfazione, per me, ricevere questo premio. Lo dedico principalmente a mia madre, che è venuta a mancare qualche mese addietro, e alla mia famiglia e lo voglio condividere con i miei compagni di squadra e con la società. Per quanto riguarda la mia stagione, credo di essere partito bene, mentre nel girone di ritorno, anche a causa di problemi familiari, con la scomparsa di mia madre, la testa è andata spesso altrove. E quando non sei sereno, tutto ciò ci riflette sul campo. Alla fine, però sono contento di quello che ho fatto assieme ai miei compagni e alla società del San Nicola da Crissa, con in testa il presidente Pasquale Fera, che mi ha accolto e trattato come un figlio».

L’età avanza, ma in campo il peso degli anni non si avverte e c’è la voglia di continuare a giocare: «Andare avanti è sempre dura, perché c’è il lavoro che mi prende tanto tempo e poi c’è anche una famiglia alla quale pensare. Allo stesso tempo mi diverto ancora e finché sarà così cercherò di andare avanti». Calciatore o ds? Ecco la risposta: «Intanto ringrazio quelle società che hanno mostrato un certo interesse nei miei confronti. Mi fa piacere. Deciderò con calma cosa fare, ma posso dire che me la sento ancora di giocare».