La Calabria, una regione affascinante e dal ricco patrimonio culturale, è diventata un punto d'approdo per molti giovani calciatori argentini. Atleti con il cuore colmo di speranza e la valigia piena di ambizioni che affrontano l'avventura italiana nei campionati dilettantistici della regione, in cerca di un futuro migliore e, perché no, anche la possibilità di ottenere la cittadinanza italiana.

Un viaggio che li allontana dalla propria terra e dai propri affetti per diverse ragioni: a volte le difficoltà economiche, la ricerca di opportunità migliori e il desiderio di crescere professionalmente nel mondo del calcio con il miraggio del professionismo. E se qualcuno arriva già con lo status da italiano, per altri questo viaggio rappresenta l’opportunità di ottenere la cittadinanza del Bel Paese, grazie alle loro radici, che risalgono ai nonni o bisnonni emigrati in Sud America decenni fa.

La legge italiana prevede, infatti, che chi dimostra di avere antenati italiani possa richiedere il riconoscimento della cittadinanza "iure sanguinis". Questo significa che molti di questi giovani, discendenti di emigrati in Argentina, intraprendono un percorso burocratico per recuperare la documentazione necessaria e stabilire il loro diritto alla cittadinanza. Ottenere la cittadinanza non solo facilita la loro permanenza nel Paese, ma apre anche le porte a opportunità professionali in Europa.

Ogni domenica si ripete, sulla quasi totalità dei campi calabresi, un idioma oramai abituale che identifica la presenza di questi ragazzi che, in fin dei conti, sfidano la sorte. 

Sfide e sacrifici

Le storie dei calciatori argentini in Calabria sono piene di sfide, sacrifici, ma anche di momenti di gioia e traguardi raggiunti. Alcuni di loro riescono a ottenere contratti con squadre professionistiche, altri trovano lavoro nel settore sportivo o avviano progetti personali grazie alla rete di contatti e amicizie sviluppate durante il loro percorso calcistico. Le loro esperienze sono testimonianze di tenacia e resilienza, che ispirano non solo altri giovani argentini, ma anche le comunità locali che li accolgono.

Abbiamo raccolto le testimonianze di alcuni sudamericani argentini che giocano nel campionato di Promozione girone A, alcuni dei quali arrivati da più anni, quando l’esodo rappresentava la novità: Gustavo Actis Goretta, Nicolas “Papu” Martinez e Matias Riga in forza all’Altomonte RC, Nazareno Lopez Bonsignori e Tomas Daniel Elena del Cassano Sybaris.

Le testimonianze

Actis Goretta e Martinez, rispettivamente in Italia da 10 e 9 anni, Riga ed Elena da 4, Lopez da 3, per tutti la lontanza dalla propria famiglia, dai propri amici, dalle proprie abitudini rappresenta il rovescio della medaglia. «La Calabria mi ha accolto benissimo – ci dice Actis Goretta dell’Altomonte –, la gente è uno spettacolo e mi piace tanto stare qua. La difficoltà più grande è sicuramente la mancanza della famiglia e degli amici».

I più fortunati, come Martinez, hanno potuto condividere il viaggio con la famiglia e sicuramente favoriti nel processo dell’adattamento. «Il mio futuro lo vedo in Italia – afferma Martinez ai nostri microfoni –. Ho portato qui la mia famiglia, ho qui i miei genitori, mio fratello e la mia fidanzata. Al di là del calcio la mia vita ora è qui». 

Nel cercare di superare le difficoltà dell’integrazione, l’aspetto culturale e linguistico ha un peso specifico importante. Arrivare in un nuovo Paese con una cultura e una lingua diverse può essere un'esperienza difficile. Imparare l'italiano e adattarsi alle abitudini locali richiede tempo e impegno. «Argentina e Italia hanno stile di vita e culture abbastanza simili – dice Matias Riga –. Mi piace molto la Calabria, anche se è difficile vivere lontano dalla famiglia e sentire loro solo attraverso una video-chiamata». 

Non trascurabile anche il trovare un equilibrio tra calcio e burocrazia. Oltre alle sfide sportive, diversi calciatori devono affrontare il processo burocratico per ottenere la cittadinanza italiana se ancora non ne sono in possesso. Questo richiede la raccolta di documenti e la dimostrazione delle loro origini italiane, un procedimento che può essere lungo e complesso.

La “bella Italia” rappresenta l’isola felice anche per le condizioni economiche: molti di questi giovani atleti provengono da contesti economici difficili e devono affrontare sfide finanziarie anche in Italia. I campionati dilettantistici offrono compensi modesti, il che può rendere difficile mantenersi senza un supporto economico stabile. Il solo vitto e alloggio, spesso anche modesto, rende difficile la permanenza determinando la delusione per il viaggio di ritorno.

«Prendere la cittadinanza rappresenta per me un grande traguardo, perché posso rappresentare le radici dei miei nonni anche qua – sono le parole di Nazareno Lopez Bonsignori, del Cassano Sybaris – . L’Italia è un Paese bellissimo, ogni giorno sorprende di più – continua –. In Calabria ho trovato gente eccellente. In Argentina non si vive benissimo come invece qua. Ci sono tanti problemi legati alla sicurezza delle persone. Quando sono arrivato in Calabria mi sono trovato davvero in un altro mondo, e sono felice di tutto ciò». 

Tra le lacrime mascherate di nostalgia, spesso si camuffano anche quelle per infortuni e cura della salute. Come in ogni carriera sportiva, gli infortuni possono rappresentare un ostacolo significativo anche se di norma dovrebbero essere assorbiti dalle società. Ma per quelle che si manifestano per problemi personali, l'accesso a cure mediche adeguate potrebbe essere limitato per i ragazzi che si ritrovano soli a dover combattere un banale mal di denti o un semplice raffreddore. Ma nonostante queste sfide, molti calciatori argentini in Calabria continuano a lavorare duramente per realizzare i propri sogni, dimostrando grande resilienza e determinazione. «Per adesso voglio restare qui in Italia – dice . Contestualmente al calcio, però, sto studiando perché voglio un opzione per quando finirò di giocare a calcio».