Non diventerà “l’Avvocato” più famoso della storia del calcio, ma poco importa: “Lo squalo” Francesco Forte un soprannome già ce l’ha. E a differenza di Gianni Agnelli, che era solo laureato in giurisprudenza, un giorno lui la toga potrebbe indossarla per davvero.

Per il nuovo attaccante del Cosenza calcio, quella di oggi è stata una giornata speciale. Lo squalo, infatti, ha esordito in tribunale all’età di trent’anni, nelle vesti di praticante avvocato, tra gli sguardi increduli e curiosi dei suoi futuri colleghi che lo hanno incrociato nei corridoi mentre si dirigeva in aula per presenziare alla sua prima udienza. Nessun selfie ricordo, che nel palazzo di giustizia è vietato, ma tra una pausa caffè e un salto nelle cancellerie, qualche autografo c’è scappato.

Per la pratica, ha scelto lo studio legale dell’avvocato Gregorio Barba, il suo dominus. È lì da circa una settimana e – salvo sorprese – vi trascorrerà i diciotto mesi necessari per completare la formazione e sostenere poi l’esame di abilitazione alla professione forense. Da quel momento in poi, sarà per tutti l’avvocato Francesco Forte.

Una bella soddisfazione che s’inserisce nel solco di una tradizione – quella paterna – e che si aggiunge alla laurea conseguita nel 2021 all’università “Niccolò Cusano” di Roma con una tesi sul tema: “Il rapporto contrattuale del calciatore professionista”.

Davvero esiguo il gruppo di quelli che come lui sono riusciti ad associare lo studio all’arte pedatoria. Chiellini, Ogbonna, De Silvestri, Pessina, Spinazzola e poi qualche altro nome più datato: Mario Ielpo, pure lui avvocato, il dottor Lamberto Boranga e, per restare in tema di cosentinità, il professor Alberto Canetti, padrone del centrocampo rossoblù negli anni Settanta e poi docente Unical di Geometria. Esistenziale e non.