Alla dirigenza pitagorica non può essere andata giù la sconfitta subita a Benevento dopo il doppio vantaggio. Da analizzare numeri, scelte e gestioni dell’allenatore rossoblù
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Nel linguaggio comune, il termine artistico naif, è sinonimo di ingenuo, semplice e comunque genuino; in quello sportivo è sinonimo di attitudine al gesto naturale poco attento a quello prettamente agonistico e speculativo. Da una parte c’è chi ci mette garra e furbizia, dall’altra chi inventa e corre il necessario, per sintetizzare.
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Ma le parole raccontano spiegano emozionano, i numeri ti dicono se una cosa funziona oppure no: in questo inizio campionato il Crotone di Zauli ha raccolto 2 vittorie 1 pareggio e 3 sconfitte; la vittoria a Catania sappiamo che è arrivata con i tre pali dei siciliani, l’altra in casa col Sorrento, altrettanto striminzita, ha fatto riconoscere doti ad una squadra che è ultima a due punti. Il pareggio, sempre in casa, col Cerignola ha fatto gridare alla reazione d’orgoglio degli squali che hanno pareggiato nel finale prima di vedere tremare la traversa al 96’ su una terribile botta dell’avversario ospite. Poi c’è il dato dei 10 gol subiti, con solo due squadre che hanno fatto peggio: la Turris (che ha comunque fatto 7 gol in più) ed il Monterosi (che è l’altra ultima in classifica con gli stessi 2 punti del Sorrento).
Non c’è nessun dato statistico che vede il Crotone di Mister Zauli primeggiare o comunque dare segnali di punti di forza. Se si aggiunge che compreso le gare dello scorcio di anno scorso a gestione Zauli (subentrato a Lerda) c’è un solo dato certo costante oltre al gioco propositivo, cioè che di gioca costantemente in maniera nettamente diversa tra primo e secondo tempo, allora l’analisi diventa quasi sentenza.
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Il mister naif forse subisce le gare in corso, essendo per primo lui a “disorientarsi e disorientare”. Un conto infatti è sedersi a tavolino e poi applicare nel campo d’allenamento l’utilizzo di due play dai piedi buoni come Petriccione e Felippe, oppure saper far cambiare fasce e competenze a Tribuzzi e D’Ursi cercando di sfruttare al meglio transizioni ed assalti a Leo, piuttosto che a Giron, ed un conto è suonare la carica o stringere i denti, guardando anche a cosa ha cambiato l’allenatore avversario nel metterti così repentinamente la gara in difficoltà come con l’innesto di Simonetti e Ciano, ieri a Benevento, dove è sembrato di rivivere il secondo tempo da incubo del ritorno dei play off contro il Foggia di qualche mese fa.
Così come la crisi di Dini deve far ripensare a come sia stato possibile svincolare Crespi e mettere fuori rosa il non partito Branduani (mai convocato) per tenere i giovani D’Alterio e Lucano, la dirigenza starà riflettendo su questi numeri e dati di fatto?