Silvio Baldini, toscano classe 1958, è il nuovo tecnico (ma anche taumaturgo e filosofo) del Crotone calcio. Noto infatti, e confermato in tutta la conferenza stampa di presentazione, che l’ex Empoli e Palermo, tra tante altre, abbia un modo tutto suo di concepire il calcio: «Sapete che sono stato fermo anche sei anni senza allenare, e pure di proposte ne arrivavano anche di più, al tempo - ha rammentato subito in conferenza - io ho compreso che il calcio mi ha aiutato a non tradire me stesso ed ad essere credibile con i calciatori che devono avere la possibilità di percepire che io possa essere d’aiuto».

Ricorda anche aneddoti sin da quando ad Empoli, certamente il suo periodo più importante da tecnico, riuscì a far giocare Rocchi e Tavano da esterni pur essendo punte centrali: «Se tutti diventano consapevoli che per aiutare la squadra, si deve essere disponibili, allora si può arrivare a centrare qualsiasi traguardo».

Oppure come quando tornato a Palermo, dopo molti anni dalla presidenza Zamparini, riuscì a far giocare Soleri ala dopo un derby con il Messina pareggiato: «Sono sempre i risultati che poi ti danno ragione o torto, se fossimo rimasti a quella gara, tutti avrebbero continuato a dire che ero pazzo a far giocare un centravanti sulla fascia, poi, invece, sono arrivate vittorie e sprint per i play off vinti, e quella scelta è diventata geniale». 

Ovviamente è arrivata anche la conferma del nuovo disegno tattico a suggello degli altri aneddoti sul suo professore di matematica ed il pitagorismo: «Io mi definisco un uomo del popolo perché credo che, dal calcio, il popolo chieda divertimento; ed io penso che ci si diverta se si attacca e si creano occasioni da goal -premette- a 4 dietro penso che si creino i presupposti per attaccare meglio, è la mia convinzione, ed ho una età per comprendere che anche quando i risultati, nell’immediato, possono darti torto, posso tranquillamente fregarmene»