L’altro giorno lo diceva Carlo Verna, intervenendo all’Aula Magna dell’Università della Calabria per un corso di formazione promosso dall’ordine dei giornalisti. Il presidente nazionale della categoria, insieme a Giuseppe Soluri, ribadiva la necessità delle competenze e della preparazione per svolgere la professione. E a giudicare dalla topica presa dal collega dell’Alto Adige, autorevolissimo quotidiano nelle edicole fin dal 1949, non aveva tutti i torti.

 

Giocatori abituati a territori sconnessi e rudi

Sull’edizione di martedì 5 giugno, alla vigilia della semifinale playoff in programma al Druso di Bolzano tra Sudtirol e Cosenza, appare un articolo nella pagina sportiva in cui si legge tra l’altro: «Il Cosenza non è squadra composta da ex studenti di Oxford – scrive – ma da giocatori che sanno muoversi nei territori sconnessi e rudi dell’Aspromonte, dove le buone maniere non sono proprio di moda».

 

Tam tam sui social, tra ironia e amarezza

L’Aspromonte? Qualcuno, per carità di patria, conceda all’incauto cronista qualche scolastica ripetizione. Ma non è stato solo il clamoroso errore geografico a scatenare l’ironia dei social appena la foto del giornale è circolata sui profili nostrani di facebook. Territori sconnessi e rudi? Perché, i calciatori del Cosenza si allenano forse tra le montagne? Questa valutazione così lontana dalla realtà, restituisce una visione preconcetta e distorta della Calabria, eppure ancora fortemente sedimentata in alcune aree del Paese. Errore scusabile se commesso da una persona comune. Inaccettabile se a proporla è un professionista della verità. Avesse almeno parlato della Sila...