Gli ospiti si portano in avanti sul finale del primo tempo con il gol di Buttaro. Nella ripresa l'attaccante rossoblù si guadagna un calcio di rigore e lo trasforma in rete, la 14esima in campionato
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Il pareggio è un brodino, ma sempre meglio che perdere. Tanto più che la sconfitta avrebbe prodotto certamente una scossa tellurica dalle parti della panchina di Viali, chiamato a sostituire Caserta con la velleità di lottare per i play off e ridotto invece a sgomitare ai margini della zona retrocessione dove, per fortuna, le dirette concorrenti non guadagnano terreno ad eccezione della Ternana. Contro il Palermo le cose si erano messe male alla fine del primo tempo in virtù della rete di Buttaro, poi recuperata nella ripresa da Tutino su rigore. Allarmante il vuoto di idee che ha scandito buona parte della prestazione del Cosenza, quasi tutta all'insegna del vorrei ma non posso e caratterizzata dalla scelta tattica di proporre nello schieramento iniziale Canotto in posizione di esterno offensivo a supporto del tandem Antonucci-Tutino, in una sorta di tridente mascherato con l'apporto a sinistra di Frabotta, sganciato sulla fascia ma costretto a rientrare durante le scorribande del Palermo per una gara di estremo sacrificio al pari di quella di Zuccon, anch'egli spesso costretto sulla linea dei tre centrali.
Un legno per parte
Il risultato, a parte una sgroppata proprio di Canotto in apertura di gara, contrato in corner al momento di calciare, è una gran confusione sulla linea offensiva con Antonucci che fatica a trovare la posizione e Tutino privo di spazi in cui incunearsi. Dal lato opposto il Palermo mantiene un atteggiamento prudente per cui la prima parte del match è estremamente avara di emozioni. Ci vuole il 24' per la prima vera palla gol. Punizione dai venti metri per il Cosenza, Frabotta finta la battuta lasciando a Calò la responsabilità del tiro. Esecuzione quasi perfetta con il pallone che si stampa sul palo interno, l'ennesimo legno di una stagione in cui, tra le tante note negative, pure la buona sorte non dà una mano. Il pericolo scampato scuote gli ospiti, al tiro in acrobazia con Di Francesco, che non inquadra la porta. Il livello del confronto sale di tono; Canotto intercetta un pallone vagante al limite e prova a sorprendere Pigliacelli con una conclusione a fil di palo che il portiere riesce a mettere in angolo. Al 34' occasionissima per gli ospiti. Lund innesca la sovrapposizione di Di Francesco. Pallone scodellato in area dove irrompe Mancuso che coglie una clamorosa traversa. Poco dopo Palermo ancora pericoloso con una sventagliata di Buttaro che trova nei pressi del secondo palo la correzione di Brunori da posizione decentrata. Micai smanaccia e poi fa sua la sfera, rubando il tempo a Mancuso, pronto per il tap-in.
Palermo in vantaggio
La maggiore pressione dei rosanero viene premiata al tramonto della prima frazione. Il cronometro segnala il minuto 43' quando Lund sfugge in velocità a Venturi e da sinistra offre un assist morbido a beneficio dell'accorrente Buttaro che anticipa tutti e da pochi passi scarica in fondo alla rete.
L'equivoco tattico rimane inalterato ad inizio ripresa, nella quale le due formazioni si ripresentano in campo senza sostituzioni e con il Palermo padrone della situazione. Perché la manovra del Cosenza è macchinosa e negli ultimi sedici metri, soprattutto Antonucci appare parecchio fuori posto. Viali allora lo arretra in mezzo al campo, togliendo Praszelik.
Rigore provvidenziale
Al fianco di Tutino subentra così il giovane Crespi. Il cambio dei sonatori non sembra produrre effetti. Ma una ingenuità di Ceccaroni, fallo da tergo su Tutino, regala al Cosenza al quarto d'ora, un insperato rigore e la chance del pareggio. Proprio Tutino, dal dischetto, non fallisce realizzando la 14esima rete in campionato (superando così il record personale ottenuto a Salerno in Serie B). Il gol cambia l'inerzia della partita e tre minuti dopo arriva pure l'opportunità del sorpasso. Canotto però preferisce tentare la sortita solitaria piuttosto che imbeccare Crespi, finendo col tirare sul fondo. Al 25' brividi per Micai. Il solito Land si fa largo a sinistra e va al traversone basso. Il rinvio di Camporese impatta fortuitamente sul corpo di Soleri e per poco non ne viene fuori un gollonzo degno della Gialappa's Band. Soleri era subentrato da qualche minuto insieme a Coulibaly, nel chiaro tentativo di Mignani di provare a riportarsi avanti.
Finale deludente
Ma anche Viali medita il colpaccio ed al 27' gioca la carta di Mazzocchi e Voca per Antonucci e Canotto. I due innesti conferiscono vivacità alla manovra dei silani, tanto da far rimpiangere il loro impiego tardivo. La migliore verve rossoblù non si traduce però in opportunità concrete, neppure dopo l'ingresso di Forte e Florenzi. Anche se il Cosenza regala un brivido proprio ad un soffio dal novantesimo quando Crespi da sinistra, mette in area rasoterra, ma sia lo stesso Forte che Mazzocchi mancano l'appuntamento con la deviazione vincente.