Fabio Caserta al cospetto di Andrea Pirlo. Lo ha incrociato diverse volte in Serie A quando militava con l’Atalanta, il Palermo, il Catania e il Lecce. Centrocampisti diversi: uno di quantità, l’altro un genio assoluto del mondo del calcio. Ma quando ci si accomoda in panchina, si sa, tutto si livella. E forse si capovolge. Sampdoria-Cosenza di domani pomeriggio è proprio una partita al contrario: blucerchiati in fondo alla classifica e con l’acqua alla gola e Lupi con il vento in poppa delle posizioni che contano.

Si torna in campo dopo due settimane e con una sosta dovuta agli impegni per le Nazionali di mezzo. «Poter lavorare e dare continuità all’entusiasmo è sempre positivo - ha commentato il trainer rossoblù -. Noi ad esempio dobbiamo migliorare nei gol incassati nella ripresa. Fondamentale è rimanere concentrati sui particolari fino al 95’, perché fanno la differenza facendo vincere o perdere le partite». 

Guai a fidarsi della Sampdoria

Il tecnico del Cosenza non ci sta ad indossare i panni della quadra favorita. «La partita sarà difficilissima - ha sottolineato -. Io guardo solo in casa nostra e non do molto peso alle assenze dei blucerchiati perché il teatro sarà il Ferraris e carica da sé chi gioca davanti al pubblico amico. Andare a Genova non è facile per nessuno, lo stadio fa perdere il fiato e poi, non dimentichiamolo, la Samp è costruita per la promozione».

In questo contesto, Caserta lancia messaggi chiari ai suoi uomini. «La Sampdoria cambia spesso sistema tattico, ma durante queste settimane noi abbiamo approfondito il discorso con varie disposizioni di gioco. Siamo pronti - ha detto - ma non sarà un esame di maturità più degli altri match. Ogni partita è un banco di prova da tre punti. Il nostro obiettivo è ripetere le prestazioni di Palermo e Pisa, quella è la strada giusta».

I singoli

Per ciò che concerne la formazione arrivano due indicazioni importanti. «Martino e Zuccon stanno meglio, ma non partiranno dall’inizio - ha anticipato -. In particolare Zuccon, non è in condizione da sostenere novanta minuti. A me piace una gestione graduale e il discorso lo allargo anche a Martino. Per il centrocampo ho la fortuna di disporre di calciatori con caratteristiche differenti e non mi mancano le alternative come Voca e Florenzi». Il discorso scivola proprio sul furetto rossoblù. «Florenzi è duttile, può fare la mezzala in una mediana a tre. Nel 4-2-3-1, invece, lo vedo meglio a piede invertito largo a sinistra perché è bravo a saltare uomo e a convergere. Da trequartista alle spalle del centravanti, invece, per me è meglio Voca che ha i tempi giusti per gli inserimenti».