Una partita piena di emozioni e di ribaltamenti di fronte condizionata dall’espulsione del rossoblù Caporale nel primo tempo. Poi il gol annullato ai padroni di casa e il rigore che vale il pareggio finale
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Leggendo il punteggio finale, si potrebbe pensare al classico brodino riscaldato, degno del migliore Santo Stefano. Nulla di tutto ciò. È stato il derby più pazzo di sempre, con cartellini rossi, gol annullati, pali, traverse e un gol siglato al 15esimo minuto di recupero. L’amaro in bocca resta al Catanzaro che, se da un lato allunga a 40 gli anni di imbattibilità all’ombra della Sila, dall’altro non capitalizza la superiorità numerica che una direzione arbitrale totalmente insufficiente gli aveva regalato.
Il Cosenza non riesce a sfatare un tabù che va avanti ormai come se fosse un loop. Fabio Caserta, fischiatissimo, dopo aver perso due derby di fila sulla panchina dei Lupi, strappa un punto che però sa di sconfitta per come è maturato. Al contrario, i circa 11mila tifosi di casa che hanno scelto di vivere il Boxing Day allo stadio, si sono commossi per il clamoroso epilogo.
La “partita di Calabria” ha comunque un contorno tossico per i fan dei Lupi, sul piede di guerra verso il presidente Eugenio Guarascio e la sua più stretta collaboratrice Rita Scalise, l’amministratrice del club. La contestazione, figlia di un rapporto che non può più essere raddrizzato, è tornata a levarsi con vigore. Le due curve hanno manifestato tutta la loro insoddisfazione, eufemismo, per il modo di gestire la società ed hanno invocato un cambio proprietà immediato.
Massimiliano Alvini, un allenatore a cui la piazza si è legata immediatamente per il modo garbato di porsi e di comunicare, ha tutti gli alibi di questo mondo. Un lavoratore come pochi, che ha cercato vanamente di indirizzare a proprio favore la tempesta perfetta che si è scatenata intorno alla sua squadra. L’ha chiusa nel ventre del San Vito, isolandola, sperando di raccogliere qualche frutto.
È arrivato un punto, d’oro per come maturato, che serve onestamente a poco in classifica. Ma tiene accesa la fiammella della speranza e della vitalità di un gruppo che ha il suo cuore. Il calendario non aiuta, domenica si gioca in casa del Sassuolo frustato dal Pisa, ma sarebbe un delitto se il calciomercato non gli portasse in dote dei rinforzi.
Sponda giallorossa, Iemmello e compagni hanno sprecato una chance pazzesca di vivere un ritorno da fiaba sui Tre Colli. Il collettivo non ha retto alla pressione del finale, ma in superiorità per novanta minuti avrebbe dovuta chiuderla prima. Invece ha tardato perfino a bucare Micai. Per Caserta il derby resta un aspetto con cui fare pace.
Aureliano indirizza il match, Ciervo agguanta Pompetti al 105’
Entrambi gli allenatori alla lettura delle formazioni regalano sorprese. Tra i padroni di casa è assente Florenzi per squalifica, in avanti c’è Rizzo Pinna con Mazzocchi. Dal 1’ gioca D’Orazio, il capitano che a gennaio dovrebbe trasferirsi al Pescara. Dall’altra parte c’è un 3-5-2 rodato. Il minuto in cui cambia il derby è il 20’.
Kourfalidis spacca la traversa ma non gonfia la rete, sul proseguo dell’azione Caporale stende Pittarello. Il fallo secondo Aureliano di Bologna è da rosso perché lo stopper dei lupi, sebbene il centravanti non attaccasse per vie centrali, era ultimo uomo. Inutili le vibranti proteste. Rivista l’azione in tv sembrano assolutamente fondate.
Bonini sul cross conseguente centra il palo, poi anche Compagnon va vicino al vantaggio in due occasioni, ma Micai si oppone con la consueta attenzione. Lo spartito è chiaro: Aquile all’attacco e Cosenza che, difendendosi, fa ciò che può secondo un 4-3-1-1 d’emergenza. Caserta ad inizio ripresa invece passa al 4-4-2 cercando di allargare la manovra.
All’11’ il Marulla va ad un tanto così dall’esplodere. Kourfadilis conduce con contropiede quattro contro due allargando per D’Orazio che mette Kouan nelle condizioni di fare gol. Errore da matita blu. Nel calcio, si sa, c’è una legge universale e Pompetti la fa valere al 35’ capitalizzando una palla vagante al limite dell’area.
Al novantesimo la sorte dà una seconda opportunità a Kouan e stavolta fa 1-1, ma il Var annulla col Catanzaro che pregusta tre punti nonostante un palo di Zilli al centesimo minuto. Finita? Macchè! Al 14’ di recupero Scognamillo tocca la palla col braccio e dal dischetto va Ciervo. Gol e sipario sul derby più pazzo di sempre.