VIDEO | Il sindaco in piazza con i tifosi affida al nostro network un'importante dichiarazione a margine di un'interlocuzione avuta con il Governatore Roberto Occhiuto: «Aiuterà anche noi dopo Catanzaro»
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Il Cosenza ha sbancato il Rigamonti con un gol di Meroni al 95’ che, per tanti versi, fa il paio con l’autogol di Frascatore nel 2018: sull’ultima palla, sull’Ave Maria, sul pallone calciato dentro sperando e pregando. I lupi, sotto di una rete, si sono affidati ai propri simboli, religioni e simbolismi pagani, per sperare di sfangarla un’altra volta. E un’altra volta è andata bene, come testimonia la festa scoppiata per le strade della città. Per tutta la notte si è celebrato il coraggio di una squadra e del suo condottiero, William Viali, che ha saputo dare un’identità combattiva ai rossoblù. Gli undici che a Ferrara ne presero cinque dalla Spal nel girone d’andata, sono diventati guerrieri e hanno fatto di Brescia territorio di conquista nello spareggio salvezza. Certo, in mezzo c’è stato il calciomercato e ci sono stati gli innesti decisivi di Micai e Marras.
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Il sindaco di Cosenza, Franz Caruso, ieri sera è sceso in piazza in mezzo ai tifosi e da lì ha affidato al nostro network un’importante novità per lo stadio Gigi Marulla. «Vi do un’anteprima – ha detto-. Ho incontrato Roberto Occhiuto dopo che avevo inviato una lettera in Regione per procedere ad una ristrutturazione totale del Marulla. Mi ha garantito l’aiuto con i fondi Fsc che saranno disponibili da qui a breve. Come ha aiutato la città di Catanzaro con il Ceravolo, lo farà anche per lo stadio del Cosenza». «Il maxi schermo? Non lo abbiamo fatto per scaramanzia - ha aggiunto Franz Caruso -. Lo abbiamo fatto l’anno scorso e abbiamo perso 1-0 a Vicenza ribaltando lo spareggio nel ritorno. Inoltre a migliaia hanno assistito nei locali come me, generando indotto e mosso l’economia cittadina. Era fondamentale rimanere in Serie B, sperando che nel futuro si punti a qualcosa in più. Lo merita Cosenza, lo merita la provincia. Per il momento grazie a questa squadra che ce l’ha messa tutta».