La strada è lunga se si parla attraverso i precetti, breve ed efficace se si ragiona attraverso gli esempi. E allora riavvolgiamo il nastro e torniamo indietro di quattro anni, quando il Cosenza Calcio giocava bene ma non vinceva. Pareggiava, tanto anche, restava imbattuto, ma in molti si chiedevano quanto sarebbe durata. Poco, in effetti, se è vero com’è vero che a fine campionato 2020/’21 i Lupi retrocessero e si ritrovarono in Serie B soltanto per il fallimento del Chievo e l’inutile goal di Jallow al 90′ di Vicenza-Reggiana. Errori societari, tanti, anche lì, e una rosa evidentemente non all’altezza del campionato.

Quest’anno gli errori societari si sono tradotti in un pesantissimo -4 ribadito già in un’altra sentenza. Una penalizzazione che ha reso vano il lavoro di Massimiliano Alvini. E allora è meglio premunirsi e capire cosa succede in città prima che si vada di nuovo incontro a una discesa senza freno a mano tirato.

Cosenza Calcio fra il silenzio di Ursino e i rigori negati

Il problema della penalizzazione è solo la punta dell’iceberg. Un iceberg che comprende anche i mancati compensi agli steward, per esempio, oppure l’assenza ingombrante del dg Ursino. La viva voce dell’uomo che portò in A il Crotone non si sente dalla presentazione di Alvini, in buona sostanza. Oppure la prevendita partita in ritardo contro il Frosinone, l’assenza di dichiarazioni da parte del proprietario rossoblù. Per esempio, nelle ultime due giornate sono stati commessi due (gravi) errori arbitrali ai danni dei rossoblù. I rigori negati contro Frosinone e Cesena sono risultati decisivi ai fini del risultato, a prescindere dal merito o meno della squadra di Alvini nel raggiungere il pari. A parlarne, solo Alvini. Nonostante del penalty non concesso contro il Frosinone abbia discusso tutta Italia.

Il peso del silenzio da via degli Stadi

In occasione del goal fantasma di Sciaudone del 2020 contro il Crotone, Guarascio intervenne con un comunicato pesantissimo, salvo fare retromarcia pochi giorni dopo. I risultati non ci sono stati né prima né dopo la lettera di protesta del patron silano, però all’epoca ci fu almeno un moto d’orgoglio.

Dopo quanto avvenuto contro il Frosinone, a salire sugli scudi è stato Massimiliano Alvini, al quale va riconosciuto il merito di mettersi costantemente a difesa della propria squadra e di rilasciare dichiarazioni coerenti con quanto si vede in campo. In una situazione del genere, però, anche il più esperto degli allenatori rischia di perdere la bussola. Continua a leggere su Cosenza Channel