L'agente del calciatore, Alessandro Marino, ha svelato che: «La Lazio quando lo ha ceduto avrebbe voluto inserire il diritto di ricompra»
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È l’uomo del momento in casa Cosenza. Il suo gol contro il Cittadella ha permesso ai lupi di centrare i play-out. Il classe 2002 Massimo Zilli, dopo poco più di un mese in prima squadra, si sta già ritagliando uno spazio importante con Bisoli che piano piano gli ha dato sempre più spazio. Ma cosa ci fa un calciatore friulano a Cosenza? Ce lo racconta in esclusiva Alessandro Marino, procuratore del ragazzo.
Zilli ieri ha regalato una serata da sogno al “Marulla”. Ma com’è nata l’idea di portarlo dalla Lazio al Cosenza?
«Beh diciamo che qualcuno a Roma ha creduto poco in lui. E’ stato bravissimo Mezzina a capire che c’era la possibilità di portarlo in Calabria, ma ancora di più ha pesato la volontà di Massimo. C’erano altre offerte. La prima società che lo ha chiamato è stata l’Empoli. Poi poteva andare sia Spezia che al Napoli. Ma in quel momento ha ascoltato il mio consiglio di venire giù a Cosenza perché sarebbe stato il posto ideale per uno come lui».
Che tipo di trattativa è stata quella tra la Lazio ed il Cosenza e poi quella tra voi ed i rossoblù?
«Ricordo ancora le parole con le quali Tare ha salutato Massimo. Gli ha detto di fargli rimpiangere la scelta di averlo mandato via e di diventare un calciatore vero. La Lazio avrebbe voluto inserire una diritto di recompra nel contratto con il Cosenza, ma ci siamo opposti alla cosa. Invece la trattativa con il Presidente Guarascio è stata infinita. Alla fine ci siamo messi d’accordo dopo 5 ore di tira e molla davanti ad una pizza in sede a Cosenza. E’ stato un parto ma ci siamo riusciti ed abbiamo trovato l’accordo fino al 2023».
Come mai ci ha messo tanto Zilli ad arrivare in prima squadra visto che è arrivato a Cosenza da settembre 2020?
«L’anno scorso si è preferito fargli fare un anno di Primavera nel quale comunque una relazione su di lui era già arrivata ad Occhiuzzi. Poi quest’anno, quando è stato chiamato per andare a Firenze con la prima squadra era reduce da 40 giorni di Covid che lo hanno frenato molto nella preparazione. Diciamo che con il tempo anche Goretti ha cambiato idea su di lui e quando Bisoli lo ha chiamato con i grandi, dopo lo straordinario campionato con la Primavera che stava facendo, si è fatto trovare pronto e si è giocato bene la chance».
Che emozioni ha provato ieri sera?
«E’ stata una gioia grandissima. Il gol che ha fatto è da centravanti vero. Il papà so che era in tribuna ed è stato colto dall’emozione. Massimo è un ragazzo straordinario che merita solo il meglio. Ed a Cosenza, a più di 1000 km da casa sua, si è adattato alla grande. Però, ricordiamoci sempre che è un 2002. Quindi deve avere il tempo di crescere, di sbagliare e di fare la sua strada. Non mettiamogli troppa pressione addosso».
A quale attaccante lo paragona? Il suo telefono ha già squillato tra ieri ed oggi da parte di qualche società?
«Per lo spirito di sacrificio, la capacità di adattamento e per la somiglianza di stazza io gli ho sempre detto che è un piccolo Mandzukic. Diciamo che gli attestati di stima per Zilli non mancano. Il gol di ieri sera è stato soltanto una conferma che stiamo parlando di un calciatore che può avere un importante avvenire. Per ora pensiamo alla salvezza del Cosenza. Poi avremo tempo per pensare al futuro».