Era il giorno della verità a Vibo Valentia. A Roma si decideva il destino della Vibonese. Serie C o Serie D. Dopo diverse ore di camera di consiglio il Tar del Lazio  ha deciso: il club rossoblu deve restare in Serie D. Almeno in attesa che i giudici del Tribunale amministrativo entrino nel merito della vicenda.

Una vicenda clamorosa lunga un’estate

La Vibonese al momento resta quindi in Serie D. In attesa di ulteriori novità (il club rossoblu potrebbe ricorrere anche alla Corte Europea) si chiude così quindi una querelle durata  due mesi di inferno. Iniziata all’indomani della retrocessione maturata sul campo ai play out contro il Catanzaro e finita con la decisione di oggi del tribunale amministrativo che ha confermato i montelonesi nel massimo torneo dilettanti. Smentendo, di fatto, quanto disposto dalla Corte d’Appello Federale lo scorso 24 agosto. Organismo che in una dettagliata ricostruzione dei fatti aveva dato piena ragione alla società di via piazza d’armi entrando nel merito, nessun altro ente di giustizia sportiva interessato lo ha fatto, della famosa fidejussione non depositata dal Messina nella passata stagione. Condizione contro regolamento a cui la Vibonese si era aggrappata per ritornare tra i professionisti dalla porta principale. Categoria solo sfiorata per poche ore dopo la decisione del Caf, messa in discussione però da Figc e Lega Pro che nelle ore successive presentarono ricorso al collegio di Garanzia del Coni che lo scorso 15 settembre rispedì di fatto la Vibonese tra i dilettanti, rimandando tutto al Tfn.  Da lì il ricorso al Tar e la decisione maturata nella mattinata di oggi.

Ecco il decreto con cui il Tar ha respinto la domanda cautelare: