Quello di Gianfranco Isabella è uno degli acquisti che potremmo definire “alla Varrà”. E questo non solo e non tanto per il fatto di aver preso un calciatore di categoria superiore, con una trentina di presenze in Serie D e 68 in Eccellenza. Il motivo per cui si tratta di un acquisto “alla Varrà” riposa nelle caratteristiche del giocatore e nella sua voglia di mettersi in discussione, in aggiunta alla giovane età. Classe 2000, scuola Reggina, nato centrocampista, si è specializzato nel ruolo di esterno. È uno che spinge molto e che dà tutto in campo, ma è anche un calciatore molto duttile, utilizzabile in diverse zone del campo e in vari ruoli.

Scendendo di categoria per la prima volta in carriera, Isabella ha deciso di sposare il progetto della Virtus Rosarno: «C’è un programma ambizioso e mi fa molto piacere far parte di questa società gloriosa. Non conoscevo personalmente il ds Varrà, se non di fama. Mi è bastato parlarci pochi minuti per comprendere di aver fatto la scelta giusta. Al solito sarò pronto a dare il massimo per far sì che la società possa ritenersi soddisfatta e la tifoseria orgogliosa della squadra».

Da parte sua, il ds Varrà ha manifestato la soddisfazione per aver portato a compimento questa operazione di mercato: «Isabella rientra nel target di calciatori che cerco. So bene di poter contare sulle sue motivazioni e sul suo valore, oltreché su una duttilità che lo porta a ricoprire diversi ruoli in campo. Lui e Velletri sapranno fare la differenza e rappresentano il massimo per ogni allenatore».

Con l’ingaggio di Isabella il mercato è chiuso, ma con Varrà mai dire mai, anche se al solito il mercato lo ha portato a compimento ancora prima che iniziasse la nuova stagione, tipico di uno come lui. «Ritengo di aver allestito una buona squadra – così il ds della Virtus Rosarno – anche se sarà sempre il campo a parlare. Mercato chiuso? Bisogna rimanere sempre vigili, anche se la squadra è fatta. Noi favoriti? È presto per dirlo. Noi ci siamo mossi per primi, ma adesso lo faranno gli altri. Allo stesso tempo è normale scaricare addosso alla Virtus Rosarno ogni responsabilità. Io dico solo che qui c’è una società che ha idee e progetti e che intende fare le cose nel miglior modo possibile. Dopodiché sia chiaro che il Rosarno, storicamente, non partecipa al campionato per fare la comparsa».