Si chiama Roberto Mantuano, ha 43 anni ed è di Praia a Mare uno dei nuovi tecnici Uefa A abilitati dalla Figc. Mantuano, già vice allenatore della Nazionale under 16 della Lega Nazionale Dilettanti, d'ora in poi potrà guidare tutte le squadre femminili e giovanili, compresa la Primavera, e le prime squadre maschili fino alla serie C. La qualifica è arrivata dopo un corso di 192 ore seguito al Centro Tecnico Federale di Coverciano, da oltre mezzo secolo considerato il tempio del calcio italiano.

Una lunga carriera

Roberto Mantuano ha mosso i primi passi da allenatore giovanissimo, sui campetti da calcio del paese natale. Poi, spinto dalla passione, ha cominciato una lunga scalata nel mondo dilettantistico, che lo ha portato, tempo fa, a diventare allenatore in seconda della rappresentativa nazionale Under 16 della Lega Nazionale Dilettanti. Tra giugno e luglio scorsi ha seguito il corso da allenatore Uefa A, inseguendo il sogno di conseguire l'ambita abilitazione, tra i massimi titoli per un tecnico di calcio a livello europeo, e l'ha coronato superando brillantemente l'esame finale. «Una grande soddisfazione - ha commentato ai nostri microfoni -. Per me che arrivo dal mondi dilettantistico, è difficile arrivare a certi livelli. Ci vogliono tanta passione e tanta testardaggine».

Fianco a fianco con i campioni

Il corso da allenatore professionista ha regalato a Mantuano anche momenti indimenticabili fianco a fianco con tanti campioni e noti ex calciatori. Tra questi, il vice campione ai mondiali di Germania 2006 Franck Ribery, vincitore del triplete con il Bayern Monaco nella stagione 2012/2013 e vincitore del premio "Uefa Best Player in Europe", piazzandosi davanti a Cristiano Ronaldo e Lionel Messi. «È stato molto importante - ha aggiunto Mantuano - perché anche solo sentirli parlare o carpire quelli che sono stati e che sono i loro segreti nello spogliatoio, nel modo parlare con gli altri, nel modo di porsi verso gli altri, per me è stato un un grande insegnamento».

Il prossimo passo la massima serie?

Sul gradino del podio, la qualifica di allenatore Uefa A occupa il secondo gradino; dopo di questa c'è solo la Uefa Pro, che spalanca agli allenatori le porte di tutte le squadre di calcio, compresa la massima serie. A questo punto la domanda è lecita: «Nel tuo futuro c'è la Seria A?», gli chiediamo. «Sognare non costa nulla - ci risponde sorridendo -, ma la realtà è un'altra cosa. Adesso vivo in questo momento. Sicuramente diventare un allenatore professionista era l'apice di quello che io potessi che potessi raggiungere. Però, ora che sono qui, è più facile guardare ancora un po' più in là».