Non c’è solo Corigliano – Troina fra le partite oggetto di indagine della Procura federale relativamente alla scorsa stagione calcistica. Esiste anche un’altra partita della formazione jonica, sempre relativa alla passata stagione, ed è quella disputata in casa del Licata. Leggendo le carte tutto ruota ancora attorno alla figura di Dario Silvestro Dell’Arte, descritto come «direttore sportivo occulto del Troina», ma in questo caso ci sono anche degli aspetti non particolarmente chiari, dal punto di vista delle indagini, che destano qualche perplessità.

I contatti e il soggetto non identificato

Leggendo gli atti, nei giorni precedenti la partita fra il Licata e il Corigliano, del 9 febbraio 2020 «Dell’Arte intratteneva una serie di contatti, sia telefonici, sia di persona, con un soggetto non compiutamente identificato ma certamente portatore degli interessi della società del Corigliano, con il quale concordava l’alterazione del risultato della gara indicata con la previsione della vittoria per la compagine calabrese». Questo è il primo passaggio che desta qualche perplessità, poiché sarebbe interessante sapere chi sia questa persona, a chi sia legata e per conto di chi parlava. In una indagine così importante, delicata, dettagliata, questo è un particolare molto importante che manca. Cioè ci sarebbe una persona che tenta un illecito, ma non si sa chi sia quest’uomo che dice di parlare a nome del Corigliano. Non si conosce l’eventuale esecutore, insomma. Come è possibile?

Un altro aspetto da chiarire

Sempre dando uno sguardo alle carte, il sig. Dell’Arte «durante e dopo i contatti concordava le azioni da porre in essere ed aggiornava dello sviluppo degli stessi sia il sig. Alì Giovanni (patron del Troina, ndr) che il sig. Massimino Enrico, che con lui erano sodali nell’organizzazione dell’illecito». Anche in questo caso c’è un aspetto che non torna o che, comunque, andrebbe chiarito, perché negli atti non si spiega che ruolo abbia questo sig. Massimino, indicato come "all'epoca dei fatti dirigente del Licata" solo in altri passaggi dell'inchiesta, con riferimento ad altre partite oggetto di indagine.

L’accordo saltato per aggiustare la partita

Ad ogni modo «il sig. Massimino Enrico per il Licata ed il sig. Nucaro Mauro per il Corigliano entravano direttamente in contatto tra loro per concordare l’alterazione del risultato della gara, che non si concretizzava a causa del mancato versamento da parte della società calabrese, prima della partita, delle somme pattuite per l’alterazione del risultato dell’incontro». Anche in questo caso, però sarebbe stato interessante sapere in che modo, in quali formule e in che tempi Massimino e Nucaro entravano in contatto per combinare la partita a favore del Corigliano. Anche questi sono aspetti che in una indagine così delicata, andrebbero spiegati nel dettaglio, con dovizia di particolari.

Il risultato sul campo e la responsabilità dei club

Quel giorno il Corigliano, dopo essere passato in vantaggio, subì cinque gol nel secondo tempo. Risultato finale: 5-1 per il Licata, che viene chiamato in causa per responsabilità diretta e oggettiva per i comportamenti posti in essere dal sig. Massimino. Questa presunta combine tira dentro anche il Troina, per responsabilità oggettiva, per gli atti e i comportamenti posti in essere da Giovannì Alì, patron del club siciliano. E ci finisce dentro Piero Acri, patron dell’Olympic Rossanese, perché «venuto a diretta conoscenza di atti e comportamenti diretti all’alterazione del risultato della gara Licata – Corigliano, ometteva di denunciare l’illecito alla Procura federale».