VIDEO | Con la sua vittoria l'atleta eguaglia il fratello Roberto, che il 23 dicembre a Reggio Emilia cercherà di bissare il successo dell’anno scorso, e il cugino Dario Morello, entrambi già vincitori con il Team Morello Boxe
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È una fucina di talenti come poche altre se ne possono contare in giro per il mondo. Ha una percentuale di vittorie che nessun avversario può evitare di considerare. Una frequenza col successo, in qualunque categoria, che dovrebbe essere presa a modello, per capire quanto sia importante, per ognuno, poter crescere in un clima che sa di famiglia.
È quanto accade nel Team Morello Boxe, palestra di pugilato che si tramanda da generazioni in quel di Fuscaldo, dove il maestro Ercole Morello ha iniziato ad impartire insegnamenti che hanno prodotto fior fior di campioni, atleti giunti fino all’orgoglio del bronzo mondiale e dell’oro europeo (senza contare gli innumerevoli altri titoli, tra nazionali e internazionali).
«Noi non siamo scaramantici – ha precisato Morello – non ci affidiamo al caso per puntare al top. Noi lavoriamo con costanza, tutti i giorni, tenendo bene a mente il risultato che vogliamo raggiungere, che nel nostro caso è sempre la vittoria».
Una filosofia che i ragazzi del Team, nel tempo, hanno dimostrato di poter concretizzare, con medaglie sempre più pesanti e successi che hanno scosso equilibri che si ritenevano immutabili. Ultima, in ordine di tempo, la conquista del titolo italiano Assoluti, che nella categoria 86 Kg ha visto trionfare Vincenzo Lizzi, plurimedagliato, già bronzo mondiale alle olimpiadi invernali di Nanchino e campione europeo a Zagabria nel 2014, nel cui palmares però mancava quest’ultimo tassello, che adesso lo pone in pari con il più giovane fratello Roberto, vincitore lo scorso anno, e con il plurititolato cugino, Dario Morello. «Penso che se non fossi riuscito a vincere – ha detto scherzosamente Vincenzo Lizzi – mi avrebbero cacciato dallo stato di famiglia».
Parlando dell’impegno che comporta il pugilato ad alti livelli, Lizzi ha rivelato che per preparare l’incontro dello scorso 8 Dicembre, «ci sono voluti quindici mesi». Più di un anno di allenamento dedicato, col solo pensiero del match ad animare ogni momento. Rimanere nel peso, continuare a dare il massimo sul ring, andare oltre il limite dello sforzo, per raggiungere uno stato di forma grazie al quale, il classe ’96 di Fuscaldo, ha fatto suo l’incontro con Johan Gesus Sanabia Acosta, piegato con un perentorio 3 a 2.
«Da quando sono tornato dai mondiali militari – ha raccontato Vincenzo Lizzi – ci siamo messi sotto e abbiamo rivoluzionato il mio modo di combattere per l’ennesima volta, perché mio zio (Ercole Morello, ndr) mi cambia sempre e ogni volta ha un’illuminazione diversa. Perché questo titolo doveva essere portato per forza in Calabria, da me, che nonostante abbia un curriculum abbastanza importante, non avevo ancora ottenuto gli Assoluti, soprattutto a causa di infortuni e vicissitudini che finora mi avevano impedito di partecipare alle fasi finali. Dato che l’hanno vinto mio fratello nei pesi massimi e mio cugino nei pesi welter, in famiglia sarei mancato solo io, e non lo potevo permettere».
Più pragmatico il commento del maestro Ercole Morello, che mai pago dei successi inanellati dal Team, ha enfatizzato l’importanza dell’unità di scopi con i propri atleti, «insieme ai quali – ha detto in un passaggio – salgo sul ring. Io sono accanto ad ognuno di loro, e quando sul ring si è in due contro uno, è molto più probabile avere la meglio sugli avversari. Siamo una realtà che ha raggiunto i massimi livelli in varie categorie della Boxe, i nostri atleti hanno primeggiato a livello nazionale ed internazionale, siamo arrivati tra i migliori tre al mondo e abbiamo intenzione di continuare a migliorarci». Sollecitato da una domanda sui riconoscimenti tributati dalle istituzioni, soprattutto a livello locale e regionale, Ercole Morello ha detto lapidario: «Non supportano l'attività sportiva, soprattutto sul piano morale. Al di la della spennellatura che ti fanno quando sono costretti, quando sono alle corde, poi tutto viene vanificato e si risolve in una tarantella o una luminaria, cose considerate più importanti di un titolo italiano».
E a proposito di titoli, il prossimo sarà conteso da Roberto, il più giovane dei fratelli Lizzi, che in quel di Reggio Emilia sfiderà l’italo albanese Enea Keci nella categoria dei pesi massimi (+91Kg). «Potermi allenare con mio fratello – ha detto il giovane campione – è una fortuna immensa. Averlo potuto affrontare costantemente durante il suo percorso d’avvicinamento al titolo, e averlo ancora come sparring partner in vista del mio match, è uno stimolo che mi impone di chiudere in bellezza quest’anno che, per il nostro Team, è già stato costellato da successi».