Con lo stesso scopo del Basket, apre anche a persone con disabilità. L’unica realtà regionale è Gioia Tauro. La mamma di Mattia, atleta non vedente: «Si aiutano, è un’emozione unica»
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C’è uno sport, il Baskin, che insegna che tutto è possibile se si crede nei propri sogni. L’unica realtà in Calabria che pratica questa disciplina, simbolo di inclusione ed equità, si trova a Gioia Tauro ed è la A.s.d. New Basket Tiger. Nata dall’impegno di Giorgia Albo, Valentina Parziale, Ignazio Albo, Mariangela Giovinazzo, in collaborazione con l’associazione a tutela della disabilità “Gli angeli di pollicino” del presidente Antonio Lo Verso, nel settembre scorso si è iscritta al campionato interregionale gestito da EISI (Ente Italiano Sport Inclusivi).
Il termine "Baskin" è l'unione di "basket" e "inclusivo". È uno sport di squadra che ha lo stesso scopo del Basket. È giocato da persone con disabilità e normodotati insieme, ciascuno dei quali è portato, da un ingegnoso sistema di regole, ad esprimere le sue capacità in sinergia con i compagni.
«Abbiamo scelto questa disciplina sportiva da far svolgere ai nostri figli perché unisce i ragazzi con disabilità ai normodotati – spiega Mariangela Giovinazzo -.Abbiamo iniziato ad allenarci in palestra, adattandoci con cerchi attaccati ai canestri, poi, tramite una cena di beneficenza, abbiamo acquistato le attrezzature necessarie».
Il campionato della A.s.d New basket Tiger Gioia Tauro sta proseguendo bene. Il team ha già disputato tre gare, una in casa al “PalaMangione” , una a Messina e un’altra, settimana scorsa, in occasione del concentramento Sud, Sicilia -Calabria, svoltosi a Cefalù.
«I nostri ragazzi hanno già vinto nel momento in cui entrano in campo, in cui fanno squadra, in cui si aiutano l’un l’altro – afferma commossa Mariangela -. Per noi genitori è un'emozione grande, soprattutto per me che ho un figlio non vedente. Per lui non è affatto facile fare canestro. Bensì, Mattia, nell’ultima competizione a Cefalù, ha vinto il premio di miglior giocatore di tutta la Calabria. Come mamma è una sensazione indescrivibile guardare un compagno che controlla il piazzamento della sedia a rotelle e che collabora con lui per il canestro. È un bellissimo lavoro di squadra, per noi simbolo di autentica equità».