Nel campionato calabrese di Promozione Girone B quest’anno c’è anche il Bianco che, dopo un’ottima stagione conclusasi con un secondo posto lo scorso anno in Prima Categoria, punta adesso a mantenere l’attuale divisione anche grazie al fondamentale contributo dei suoi giocatori di riferimento. Tra questi la squadra bianco-azzurra sa di poter contare, in porta, su una certezza come Angelo Cotroneo, che a 48 anni indossa i guanti e scende in campo con la stessa passione di un ragazzino. Lui che proprio da ragazzino, anzi, da bambino, quei guanti li ha presi e mai più abbandonati, anche se inizialmente il suo ruolo era un altro. 

«Quando ho iniziato giocavo in avanti - racconta ai nostri microfoni l’estremo difensore -  io e mio fratello Enzo, che ci tengo a ricordare, giocavamo sempre insieme. Nel 1983 mio padre era presidente del Bianco, io avevo otto anni, Enzo ne aveva tre. Papà comprava le scarpette da calcio ed io, che ero il figlio maggiore, volevo qualcosa di più. Allora ricordo di avergli detto “io voglio fare il portiere, così mi devi comprare anche i guanti”» (ride, ndr).

Un ruolo, quello del portiere, che Cotroneo interpreta con grande personalità. Molto abile anche con i piedi ama occupare tutte le zone dell’area di rigore, non a caso la sua passione più grande sono le uscite: «Quando esco e prendo un palla alta, nonostante io sia alto un metro e settanta, per me è come aver parato un calcio di rigore. Secondo me questo è il ruolo più bello che c’è. Nulla contro gli altri ruoli, ma il portiere è un qualcosa di grande, ha una responsabilità infinita».

Dopo aver vestito la maglia di numerose squadre nella Locride, nelle diverse categorie dilettantistiche, dal 2013 Angelo gioca per la squadra del suo paese, Bianco, dove lo scorso anno ha centrato l’ambito traguardo Promozione. «Onestamente due anni fa mi ero ritirato, poi qui gli amici di Bianco hanno fatto di tutto affinché io giocassi un altro anno e alla fine mi hanno convinto. L’anno scorso per me è stato bellissimo raggiungere questo risultato per la prima volta a Bianco». 

Una lunga carriera condita anche da importanti record personali, come quello di portiere meno battuto per ben tre volte nella singola stagione, o come il primato personale di imbattibilità di 668 minuti stabilito nella stagione 2009/10 con il Brancaleone. E proprio a Brancaleone Angelo ha uno dei suoi ricordi più belli, non si tratta però di un record, bensì di una persona che, spiega, «è stata come un padre»: il presidente del Brancaleone Enzo Galletta, scomparso prematuramente nel 2009. «Queste persone vanno ricordate, è il minimo che si possa fare. Ha rappresentato tanto per il calcio ed era una grande persona».

Alla domanda invece su quale sia il suo segreto per stare al passo dei giovani compagni Angelo, nel rispondere, non ha dubbi: «Il segreto è innanzitutto star bene fisicamente e poi avere tanta tanta passione, quella che ho io. Io onestamente tuttora, a 48 anni, la notte non dormo; penso all’allenamento, penso alla partita. Quindi il segreto è questo, se uno ha tanta voglia e tanta passione si diverte, si diverte tanto».