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Quello che sta per arrivare sarà un “saturday night” speciale per Walter Zenga. Il suo Crotone sbarca a “San Siro” per l’anticipo in notturna di campionato contro l’Inter e per lui sarà un ritorno a casa. In quel “Meazza” in cui ha scritto pagine importanti della storia del calcio e del club nerazzurro. Un amore lungo 11 anni in campo e mai svanito nella vita.
Un sogno nerazzurro
Zenga confessa poi il suo sogno: "Io sono nato e cresciuto interista ed allenare l'Inter è un'aspirazione. I cugini rossoneri hanno dato la possibilità ad alcuni ex di sviluppare il loro sogno, mentre l'Inter no. Al momento però vivo il presente perché non si può pensare al futuro se non si pensa a quello che si fa. Prima di sognare bisogna svegliarsi e pensare all'oggi. Il mio oggi è il Crotone che penso a salvare".
Di padre in figlio
Suo padre Alfonso, che era stato il portiere del Napoli nel 1945-1946, lo porta a giocare al calcio in età molto precoce. Inizia così a giocare a 9 anni nella Macallesi 1927 di Milano con un cartellino riportante l'anno di nascita falsificato (1959) per poter giocare nei campionati agonistici quali quelli della categoria Pulcini. A undici anni, nel 1971, viene inserito da Italo Galbiati tra i pulcini dell'Inter e a 18 anni viene ceduto in prestito alla Salernitana in Serie C1, squadra presso la quale ha poca fortuna anche a causa di un errore contro il Campobasso. Durante un altro incontro, dopo aver subito due gol discutibili, abbandona il campo in lacrime e, nonostante l'incitamento dei tifosi, decide di lasciare la squadra. Dopo aver militato nel Savona in Serie C2, nel 1980 passa alla Sambenedettese in C1, contribuendo alla promozione in Serie B da parte della squadra marchigiana dopo il secondo posto nel campionato 1980-1981. La stagione successiva rimane a San Benedetto del Tronto rendendosi protagonista nella serie cadetta.
Il ritorno all’Inter, questa volta da protagonista
Ritorna a Milano nella stagione stagione 1982-1983, a 22 anni. In questa sua prima stagione è il secondo portiere dietro il veterano Ivano Bordon, alla sua ultima stagione all'Inter. Zenga si fa comunque apprezzare disputando cinque gare di Coppa Italia. A partire dalla stagione successiva diventa titolare, esordendo in Serie A in Inter-Sampdoria (1-2).
Dopo essere stato molto vicino a lasciare l'Inter al termine della stagione 1987-1988, ottiene i primi successi nel 1989, anno in cui l'Inter, guidata da Giovanni Trapattoni, conquista lo scudetto dei record (con Zenga autore di un campionato di alto profilo) e la Supercoppa italiana. Sempre con Trapattoni allenatore, l'Inter e Zenga vinceranno, nel 1991, la prima Coppa Uefa della sua storia. L'ultima partita di Zenga con la maglia nerazzurra è la vittoriosa finale di coppa Uefa del 1994 contro il Salisburgo, in cui il portiere offre una prestazione determinante per il risultato e conquista per la seconda volta il trofeo continentale.
Alessio Bompasso