Nell’interviste post gara il tecnico si tiene stretto il 3° posto. Nella prossima sfida casalinga contro il Malvito c’è l’obbligo di ripartire con una vittoria per restare agganciati al treno delle migliori
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L’Altomonte RC, nell’anticipo a Cotronei contro il Mesoraca, esce sconfitto e perde il secondo posto in classifica. Guardando i risultati della domenica che hanno completato il turno, il danno è minimo anche se ora è al 3° posto, a -6 dalla vetta. Nel post gara, ai nostri microfoni, raccogliamo le impressioni di un amareggiato mister Pascuzzo che, nella propria analisi, è rammaricato per il risultato: «Nel primo tempo la prima palla nitida l'abbiamo avuta noi, clamorosa sottoporta, forse c'era pure una trattenuta perché il giocatore (Bertini ndr) lamentava un fallo».
Un uno-due in 8 minuti nella parte centrale del primo tempo che taglia le gambe agli ospiti, mitigato dall’invenzione di Alcolado Segura. «C'è da prendere per buona la reazione dei ragazzi che non ci stavano a perdere – dice il tecnico - complimenti al Mesoraca che ha fatto la sua onesta partita, l'ha portata a termine. Ora è già tempo di pensare alla prossima».
Una sconfitta pesante ma che non demoralizza più di tanto: «Non cambia niente, lo sapevamo che oggi il risultato poteva essere aperto a qualsiasi pronostico. Dobbiamo essere agguerriti – spiega Pascuzzo - perché in ogni partita contro di noi le squadre avversarie giocano al massimo. Dobbiamo solo farci trovare pronti e ripartire subito in fretta per scrollarci di dosso questa sconfitta».
Un pensiero che sovraccarica ancor di più la squadra, nella prossima gara al comunale di Altomonte arriva il Malvito. Avversario non facile e reduce da una vittoria contro l’Amantea che poteva essere equiparata ad uno spareggio per la salvezza: «Conosciamo la forza del Malvito nel cui contesto giocano giocatori importanti. Ma noi siamo l’Altomonte RC che, con tanta umiltà, rispetta tutti ma non può concedere sconti. Il campo – conclude mister Pascuzzo - solo e unicamente il campo, alla fine premia. Almeno per quanto nella nostra filosofia di interpretare il calcio, quello pulito».