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Ventiquattro anni e tanto sangue calabrese nelle vene, quello dei quattro nonni, tutti di Seminara, in provincia di Reggio Calabria. Betta Lemme è nata a Montreal, in Canada, ma è in Italia che sta scalando classifiche e social grazie a “Bambola”, il primo singolo con il quale ha debuttato da solista, ispirato all'omonima canzone di Patty Pravo.
Un vero e proprio fenomeno “discografico”, se non fosse che la popolarità di Betta Lemme si misura principalmente a colpi di visualizzazioni su Youtube (il suo video ha già totalizzato 11 milioni di visite in tre mesi), ascolti su Spotify e passaggi in radio. E sono proprio le la radio italiane che hanno messo il sigillo su un successo che si consolida giorno dopo giorno sempre di più, grazie all’orecchiabilità del brano, diventato in breve tempo una sorta di tormentone estivo fuori stagione.
Interpretata in francese, italiano, inglese, la canzone Bambola ammalia come il canto di una sirena 3.0, complice anche un video azzeccato e una sensualità prorompente. Ma è la calabresità della giovane interprete l’argomento che maggiormente viene affrontato nelle interviste e nell’apparizioni televisive.
Un’identità che Betta Lemme rivendica con orgoglio, anche se il confronto con i suoi interlocutori finisce spesso per scivolare verso gli stereotipi a base di peperoncino e soppressata. Al netto dei luoghi comuni, però, l’orgoglio calabrese questa volta può fare leva su un talento vero, che promette di far parlare di sé a lungo.