Un trionfo che è anche una consacrazione per Jonas Carpignano che con il film, che chiude la trilogia di Gioia Tauro, “A Chiara”, ha conquistato uno dei premi più ambiti al festival di Cannes: l’Europa Cinema Label della sezione Quinzaine des Realisateurs.

Carpignano ha debuttato nel 2015 con “Mediterranea” portandosi a casa, nel 2017, la Quinzaine, con “A Ciambra” sostenuto da Martin Scorsese letteralmente rapito dalle visioni del giovane regista italoamericano.

Dal Gotham Independents Film Awards 2015 per Mediterranea al David di Donatello 2018 come Miglior regia per A Ciambra, la cavalcata di Carpignano passa dalla Calabria che lo ha catturato e ispirato anche per “A Chiara” che racconta di una quindicenne, Chiara Guerrasio, che scopre all’improvviso il coinvolgimento in loschi affari di ’ndrangheta e si trova davanti a una scelta difficile. Quando suo padre lascia Gioia Tauro per un lungo viaggio di lavoro, gli equilibri all’interno della famiglia cambiano e Chiara è costretta a vedere la sua città e la sua famiglia con altri occhi.

«Questa è un’opera di finzione, ma Carpignano conosce chiaramente il luogo e la situazione così bene da creare una sensazione molto coinvolgente – è scritto nella nota della giuria -. Il film riflette un genere che è stato ampiamente trattato nel cinema, ma questa volta da una nuova prospettiva. Questa storia della graduale crescita della giovane protagonista femminile e del suo rapporto con il padre e la sua famiglia allargata è brillantemente strutturata e costruita. La scelta di attori non professionisti in tutti i ruoli funziona molto bene e il sound design fantasioso dà un grande contributo all'appeal del film».

Carpignano, nato a New York, è figlio di Paolo Carpignano, un docente italiano originario di Roma, nipote del regista milanese Luciano Emmer, e di Diane Benskin, americana di radici barbadiane, ed è cresciuto facendo la spola tra l’Italia e gli States.