Ad inaugurare il weekend cosentino una giornata con il regista Jonas Carpignano, autore del film candidato all’Oscar A’ Ciambra. Venerdì 27 ottobre saranno due le iniziative, promosse da Calabria Film Commission, Agis Scuola e dalle amministrazioni comunali di Cosenza e di Rende, che si svolgeranno tra il Cinema Citrigno e il Garden: la mattinata, sostenuta da “LuCa”, l’intesa tra le Film Commission di Calabria e Basilicata, di recente rinnovata per il prossimo triennio, vedrà il coinvolgimento degli istituti superiori della città di Cosenza che assisteranno alla proiezione della pellicola per poi discuterne con l’autore. Alle 18.00, invece, il palco del Cinema Garden di Rende ospiterà l’incontro “Integrazione e comunità straniere”: a relazionare Claudio Dionesalvi, scrittore; Fiore Manzo, Presidente dell’associazione Lav Romanò; Mariarosaria Donato ed Eugenio Attanasio organizzatori del Premio Gallo. Dopo il convegno seguirà la proiezione della pellicola A' Ciambra e, in conclusione, l’incontro con Carpignano.

Il Sud si candida all’Oscar

Se lo scorso anno il film italiano candidato agli Oscar è stato Fuocoammare, il docufilm di Gianfranco Rosi ambientato a Lampedusa, quest’anno la candidatura al premio più ambito nel mondo del cinema rimane a Sud con A’ Ciambra di Jonas Carpignano. Il film, interamente girato in Calabria, nel quartiere rom di Gioia Tauro conosciuto appunto come a’ ciambra, che vede, tra gli altri, il sostegno del progetto “LuCa”, se pur non dichiarato come documentario ne assume i caratteri. L’intera pellicola si rivolge al protagonista, seguendo le vicende di Pio Amato nella difficile età adolescenziale che si traduce in un doppio passaggio: quello dall’infanzia alla pubertà e quello che segna invece “l’entrata” di Pio tra gli uomini della comunità. Un vero e proprio rito di passaggio, un rito di iniziazione, come direbbe van Gennep, in cui la fase liminale è raccolta in momenti di sospensione quasi onirica, nonostante il film sia pervaso da un potente realismo.

Pio e Jonas

È stato proprio Pio Amato, il giovane protagonista, ad aprire le porte del campo rom al regista italoamericano, e l’intento del lungometraggio è proprio quello di raccontarlo verosimilmente nel suo essere combattivo e singolare. A quattordici anni beve e fuma ed è l’unico che riesce a integrarsi con le altre realtà di Gioia Tauro: i migranti africani, gli italiani e la sua gente. Carpignano, forse consapevolmente, attua un rivoluzionario processo di integrazione in cui, in un mondo invaso da odio e diffidenza verso le minoranze etniche, la relazione tra il compiere delle cattive azione ed essere delle cattive persone non corrisponde. Per cui andare a vedere A’ Ciambra diventa necessario per ampliare il proprio sguardo ed aumentare la propria capacità critica. Un film, frutto di un’accurata ricerca su campo, girato nel luogo in cui Carpignano ha scelto di fermarsi per dar vita alle sue creazioni. Il regista trentatreenne è arrivato la prima volta in Calabria nel 2011 per girare un cortometraggio e due anni fa, nello stesso posto, ha realizzato “Mediterranea”, film d’esordio in cui il giovane Pio Amato ha fatto da comparsa.