Sibari, che oggi è una frazione del comune di Cassano allo Ionio in provincia di Cosenza, di circa 5mila abitanti, nel IV secolo a.C. ne contava almeno 100mila, ed era la più fiorente colonia dell’intera Magna Grecia. Alcune fonti storiche descrivono il popolo sibarita come amante dell’ozio, molle, lussurioso, perfido, ingordo e particolarmente attento ai piaceri sessuali. Questi miti risentono probabilmente dell’influenza moralista di Pitagora, che fu attivo con la sua scuola a Crotone, dove non si vedeva di buon occhio il regime tirannico di Telis attivo a Sibari, la cui crescente potenza rappresentava fonte di preoccupazione. La ricchezza di Sibari era dovuta alla sua vicinanza al mare, al porto fluviale che incrementava gli scambi commerciali insieme all’area sulla quale sorgeva, particolarmente fertile e ricca di risorse naturali, tra cui abbondanti acque, fondamentali per il sostentamento della popolazione. Le tensioni con la confinante “polis” di Crotone sfociarono in una sanguinosa guerra nel 510 a.C. vinta da questi ultimi, che dopo aver raso al suolo la città deviarono il corso del fiume Crati provando a inondare la stessa con l’obiettivo di non lasciarne alcuna traccia.