INTERVISTA | La regina del Festival guarda gli altri concorrenti dall’alto del podio della stampa: «Ho abbastanza anni sulle spalle per sapere che quello che è vero la prima sera, può essere smentito la seconda»
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Sanremo: la prima zampata della regina dai capelli blu è arrivata già con la serata inaugurale. Loredana Berté guarda tutti gli altri concorrenti dall’alto del podio e si aggiudica il primo round del Festival della Canzone Italiana 2024. Forse è per questo che si appresta alla nostra intervista con il sorriso sulle labbra e l’espressione rilassata di chi sa di potersi giocare tranquillamente tutte le sue carte.
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“Pazza” – la sua canzone – sembra aver colpito nel segno. È già tempo di sogni di vittoria?
«Figuriamoci, ho abbastanza anni sulle spalle per sapere che quello che è vero la prima sera, può essere smentito la seconda. Il pezzo è piaciuto. Ne prendo atto con soddisfazione…».
In passato ha confessato che quando sale sul palco sua sorella Mimì è sempre con lei. È successo anche questa volta?
«Più che mai. Lei è sempre con me quando parte la musica e comincio a cantare. Ho sempre reagito alla sua mancanza cercando di vivere una sorta di pace dei sensi. Ho anestetizzato i sentimenti per non soffrire. Eravamo molto unite, due sorelle con lo stesso sogno. Appena sentivamo che c’era un provino da qualche parte partivamo con l’autostop. Non ci fermava nulla… Eravamo molto unite. E in un certo senso è ancora così…».
Pazza ha un testo difficile. A un certo momento canta “Mi sono odiata abbastanza”. Quanto c’è di autobiografico in quel testo?
«Tanto. Quella frase l’ho scritta io di persona. È Bertè al cento per cento. Ci sono io, la follia, i sentimenti più duri. Tante volte mi sono sentita dire “tu sei pazza”. Spesso hanno usato queste parole per provare a farmi stare zitta. Ma la pazzia è libertà, estro. Io sono pazza? Forse un po’. Quello che è sicuro è che non mi piace vivere secondo le convenzioni. Sono poco tecnologica, non vado sui social. Non ho neppure il telefonino. Se devo parlare con qualcuno gli scrivo una lettera. Se questa è pazzia, ebbene sì… sono pazza davvero. Ma sono anche vera. Quando vado sul palco mi emoziono: non riesco a capire quei cantanti che lo fanno per mestiere, i mercenari della musica come li chiamo io… Cantano e non provano nulla! Assurdo…».
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Si riferisce a qualche suo collega in particolare?
«No. O forse sì. Ma non faccio nomi».
C’è qualcuno che le piace allora?
«Sì, ma anche qui. Niente nomi. Io non amo dare giudizi. Forse perché personalmente non mi piaccio mai. Così sono arrivata al punto di non rivedere neppure le mie esibizioni. Neppure quella di Sanremo di ieri sera. Lascio che vivano per un attimo e poi scompaiono mentre sfuma la musica. D'altra parte la musica è come la felicità, dura un attimo e poi passa. Appena si spengono i riflettori comincio a pensare alla prossima volta che mi troverò a cantare…».
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