Per gli italiani che non l’avessero ancora capito, quelli deceduti durante le 6 ore di traversata della nave Sanremo, Vittoria Ceretti stamattina si sarebbe svegliata all’alba per tornare a Parigi.

“A Parigi?!” avranno fatto eco le massaie da casa. Almeno nella testa di Amadeus che ha ripetuto la notizia decine di volte come quando il cugino d’America sta per rientrare al paese ed un parente ne decanta le imprese al bar della piazza per accreditarsi in qualche modo anche lui. Fortuna gli autori ci hanno almeno risparmiato il monologo della super model per persuaderci che non è solo bella (mai pensato) ed aggirare quella spada di Damocle chiamato “sessismo” che dalla passata edizione incombe su un Ariston mai sessualmente così confuso, sebbene vanti ben 10 donne in gara su 26 concorrenti, si dichiari tutto e niente, queer, gender fluid, “Signora, signora, i fiori!” e altre parole sparate a casaccio per colmare il “gender gap” senza rinunciare alla cavalleria che tanto piace alle zie ma fa infuriare le femen da casa, per cui il bouquet, nella terza serata, diamolo anche a Mihajlovic che, quasi fosse una bomba, lo lancia a Ibrahimovic che accetta sornione tanto su Twitter è virale la sua foto in mutande e la sua virilità non si discute!

Che lavoraccio! E che ansia! Almeno quanto quella che avrà provato Neffa mentre cercava riparo nei sotterranei dell’Ariston per nascondersi da Noemi dopo aver sbagliato l’attacco della propria canzone. Dalla regia però confermano “problemi tecnici” e ce ne sono stati diversi nella serata karaoke del festival in cui si è reso “omaggio” al cantautorato, alle feste patronali e al Primo Maggio. Senza dimenticare teatri, cinema e lavoratori dello spettacolo sennò poi Emma Dante chi la sente!

Davvero “sessualmente tutto e genericamente niente” questo Sanremo, per lanciare Achille Lauro che, scortato dalla Guerritore ed Emma, è tornato a Itaca. Beato lui!

Noi invece siamo ancora “in alto mare” prendendo in prestito la hit scritta per la Bertè da Lavezzi nell’Ottanta, esattamente un anno dopo “Splendido splendente” che, ieri, con la venuta della Rettore ci ha regalato un “brivido divino” portandoci indietro, più che in quegli anni (in cui gli abiti delle cantanti erano davvero politici), nei club di Roma Est nei quali a fine serata ci si concede un meritato revival, ma sempre con un certo impegno!

Mai sia divertirsi e basta! E poi chi glielo spiega ai milioni di intellettuali che aspettano svegli fino a oltre le 2 del mattino solo per vigilare che il festival non sia solo un programma di intrattenimento per nostalgici, vecchi abbonati e zitelle inacidite. Mai sia: Sanremo è bello ma anche intelligente!