Botta e risposta tra la giornalista e il cantautore romano sulla sua canzone dedicata all’Alzheimer e al rapporto tra genitori e figli. La giornalista: «Meno retorica e più verità». Il cantante si difende: «Ho raccontato un tema universale, non volevo essere didascalico».
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La giornalista Selvaggia Lucarelli e il cantautore Simone Cristicchi
Il Festival di Sanremo non è solo musica, ma anche il terreno perfetto per accese discussioni. Protagonista dell’ultima polemica è Simone Cristicchi con il suo brano “Quando sarai piccola”, una canzone intensa e personale, ispirata alla sua esperienza con la madre affetta da Alzheimer.
Durante il DopoFestival, Selvaggia Lucarelli ha espresso un giudizio netto sulla canzone, definendola «un po’ barocca, con un eccesso di romanticizzazione». La giornalista ha sottolineato la mancanza di crudo realismo nel racconto della malattia: «È una canzone che avrebbe potuto raccontare la parte più dolorosa con meno retorica e più verità. Così, risulta un po’ accollo».
Non si è fatta attendere la risposta del cantante, che ha voluto chiarire la sua posizione. «La mia è una canzone spirituale, non vuole essere una cartella clinica o il racconto didascalico di una patologia», ha spiegato Cristicchi in collegamento con “La volta buona”. «È il ciclo della vita: di fronte a questa trasformazione, possiamo solo assistere e accettare».
Il cantante ha aggiunto che il brano è stato concepito come un messaggio universale, capace di parlare a chiunque abbia vissuto il difficile ribaltamento dei ruoli tra genitori e figli: «Non è facile cantare questo brano a livello emotivo, ma ho voluto trasmettere un’esperienza intima che appartiene a molti».
Durante le interviste del Prima Festival, Cristicchi aveva già spiegato il significato profondo del brano: «Quando i nostri genitori invecchiano, ritornano a essere bambini. Ci troviamo a doverli custodire con cura e attenzione, diventando genitori dei nostri genitori».
Una situazione che il cantante ha vissuto in prima persona accanto alla madre, vedendo sgretolarsi progressivamente quel punto di riferimento che un tempo sembrava incrollabile. La canzone, ha ribadito Cristicchi, è «un viaggio nel tempo che passa e nel rapporto tra genitori e figli, con tutte le sue trasformazioni».
Come spesso accade al Festival, il dibattito ha diviso pubblico e critica. Se da una parte c’è chi ha apprezzato il coraggio di Cristicchi nell’affrontare un tema delicato come l’Alzheimer con delicatezza e poesia, dall’altra ci sono osservatori più scettici che avrebbero preferito una narrazione più cruda e diretta. Nel frattempo, “Quando sarai piccola” resta uno dei brani più commentati di questa edizione, confermando la capacità di Cristicchi di toccare corde profonde, anche a costo di far discutere.