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«Sono rimasto molto colpito dal festival letterario "Il Federiciano": una bellissima atmosfera, in una terra che amo molto. Spero di ritornarci presto». Con queste significative parole, Giancarlo Giannini ha commentato la sua esperienza al Festival poetico che si tiene ogni anno in agosto a Rocca Imperiale, un piccolo paese in provincia di Cosenza, che è diventato la dimora ideale di tutti i poeti, grazie all'efficace idea dell'editore Giuseppe Aletti di utilizzare le poesie come arredo urbano.
Incamminandosi nelle vie del borgo, infatti, si incontrano abitazioni ornate, sulle proprie facciate, di stele poetiche in ceramica. Ci sono i versi dei vincitori del concorso ma anche le poesie di autori famosi; tre su tutti: Jodorowsky, Ferlinghetti, Luzi. E ci sono anche componimenti pubblicati per la prima volta sui muri di Rocca Imperiale, come nel caso dei bellissimi inediti di Dacia Maraini e Maria Luisa Spaziani, scritti e donati appositamente per la realizzazione del progetto "Il Paese della Poesia".
È una peculiarità apprezzata da Giannini, che ha definito le stele «un modo efficace per far conoscere agli italiani questa bella terra attraverso la cultura».