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La città dello stretto non dimentica il suo Prefetto Domenico Salazar, morto il primo gennaio 2010 all’età di 72 anni.
«Illustre figlio della nostra città, Salazar fu prefetto di Catanzaro nel 1989... Era un uomo schivo, di poche parole e grande efficienza, tanto che nel 1993, durante l’imperversare di una delle più gravi crisi della nostra Repubblica, fu catapultato a Roma per ridare slancio al Sisde», si legge in una nota del comune di Reggio Calabria.
Nell’ambito dell’evento, si è svolto un interessante convegno dal titolo “Domenico Salazar Riflessione sull’uomo di Stato”, organizzato dal Kiwanis Divisione Calabria 13 Club “Città dello Stretto” in collaborazione con l'Amministrazione comunale, tenutosi nella sala dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, alla presenza dei familiari e del sindaco Giuseppe Falcomatà.
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Ad aprire i lavori Cesare Romeo presidente del Club Kiwanis Città dello Stretto, cui sono seguiti i saluti del governatore Kiwanis distretto Italia – San Marino e gli interventi del Prefetto Franco Musolino e del Sindaco Giuseppe Falcomatà.
Le parole di Giuseppe Falcomatà
«Quando si parla di persone come Domenico Salazar si è soliti parlare di “servitori dello Stato”. Tutta la sua vita, infatti, è stata permeata da un forte senso del dovere e delle istituzioni. È proprio per questo, probabilmente, che nel 1993 Salazar venne scelto per guidare il Sisde…un uomo del profondo sud, un figlio di questa terra. Eravamo in uno dei periodi più bui della storia della nostra Repubblica, uno dei periodi più difficili per il Mezzogiorno… Fu Domenico Salazar a intuire, per primo, che la mafia avrebbe provato a creare caos istituzionale per barattare pene meno severe per i propri capi. E fu con la sua celebre lettera “riservata” del 20 luglio 1993 che entrò nel linguaggio comune, un termine ancora oggi di grande attualità: trattativa», afferma il sindaco di Reggio.
«Salazar lo intuì e lo scrisse ai suoi superiori: intervenite prima che sia troppo tardi. Ecco, forse fu proprio questa la sua intuizione più straordinaria: non tanto ciò che ha scritto bensì il fatto che lo abbia scritto, nero su bianco, costringendo i suoi superiori ad “ufficializzare” quella preoccupazione. L'allarme però rimase inascoltato… la lettera di Salazar è oggi uno degli elementi presenti nel fascicolo aperto dalla Procura di Palermo sulla "trattativa Stato-Mafia"… Quanto rispetto c'è oggi per le istituzioni e delle istituzioni? ...La figura di Domenico Salazar ci aiuta a riflettere su tutto questo, ci aiuta a seguire il suo esempio e ad essere orgogliosi di essere suoi concittadini. L'Amministrazione Comunale ha deciso di dare un volto, un'anima un'identità, alla piazza che insiste in via Cardinale Portanova…da oggi quella non sarà più la piazza "di fronte a" o "all'angolo di", ma avrà un'identità ben precisa che porta un nome e un cognome, quello di Domenico Salazar», conclude Falcomatà nel ricordo del Prefetto.