Giuseppe Povia, pugliese di origini ma milanese di adozione, al centro di una accesa polemica per le sue presunte idee anti-immigrazione che gli hanno fatto valere il titolo di “artista coraggioso” da parte di Matteo Salvini dopo la canzone “Immigrazìa”, ha presenziato a una conferenza nella cittadina di Stilo prima della sua esibizione a Bivongi.


Lontani i tempi di quando “I bambini fanno ooh!”, di “Luca era gay” o di “Vorrei avere il becco”, l’attenzione di Povia si sposta sullo studio dei revisionisti storici, decidendo di non schierarsi con nessuno se non «dalla parte di me stesso» come ha affermato, prendendo a cuore la questione meridionale, riacquistando orgoglio per le proprie origini. Ecco che nasce la canzone “Al sud”, una carrellata storica sulle ricchezze del sud Italia tra cui la Calabria, prima dell’Unità di Italia:«C'era una volta una nazione che si chiamava meridione, il suo re era Ferdinando II di Borbone…La prima ferrovia…la scienza, la filosofia…le industrie Mongiana, Pietrarsa, Castellammare…».


Proprio la citazione di questi territori, sponsorizzati sia storicamente che culturalmente in questo caso, sono stati al centro dell’incontro a Stilo, moderato da Giorgio Metastasio, giornalista del quotidiano del sud, alla presenza di tre sindaci: Giancarlo Miriello (Stilo), Sandro Taverniti (Pazzano), Bruno Iorfida (Mongiana) e l’assessore Passerelli (delegato del sindaco di Bivongi, Felice Valenti).


«Povia valorizza la nostra terra, ci pubblicizza, cosa che non fanno magari quelli che al sud ci abitano», così esordisce il sindaco Miriello di Stilo, con poco interesse verso le idee politiche del cantante, sicuramente rispettate, condivise o meno. Sandro Taverniti invece sposta l’attenzione sui fatti Risorgimentali, perché è storicamente provato che i territori del sud Italia sono stati derubati delle proprie ricchezze ma è anche vero che «non possiamo assolvere i malgoverni e quel malaffare» che negli anni ha continuato a susseguirsi. Inoltre, sempre secondo il primo cittadino di Pazzano, non è possibile giustificare in alcun modo «rigurgiti estremi di destra che stanno nascendo, né populismi, né razzismi».


Bruno Iorfida, sindaco di Mongiana, fa riferimento alle Reali Ferriere Borboniche del proprio paese, centro siderurgico per eccellenza, in un periodo storico che oggi è possibile rivisitare e rivivere grazie alla creazione del “Mufar” e all’ultimazione dell’imponente scavo di archeologia industriale (il più esteso al mondo) delle fonderie borboniche di Mongiana, illuminato lo scorso agosto e presto inaugurato in autunno. «L’accensione delle luci sul sito archeologico è simbolo dell’accensione di quella attenzione su una storia mai volutamente raccontata e che oggi vogliamo far conoscere… Mongiana non sarebbe mai esistita senza Pazzano, Stilo, Bivongi», un riconoscimento di paternità da parte del primo cittadino mongianese, riguardo una storia che interessa e coinvolge un vasto complesso come quello dello stilaro.

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Riconoscimento apprezzato e sottolineato anche dall’esperto di archeologia industriale Danilo Franco, secondo il quale «questo è un comprensorio che vuole raccontarsi, per lasciare qualcosa a chi verrà… quello che abbiamo non è stato realizzato solo dai Borbone, ma anche dai nostri avi che con sudore hanno lavorato per realizzare quanto abbiamo.. », con un ringraziamento finale a Povia perché la sua canzone ha colpito nel cuore di molti e ha permesso per la prima volta che diversi sindaci sedessero allo stesso tavolo, accomunati da un filo storico condiviso.


Povia discute di pregi e difetti dei Borbone, citando ricchezze di una Calabria che fu, con riferimento a fonti storiche per provare che quanto dice sia frutto di ricerche dimostrate ed esistenti. Un incontro a metà strada fra rivendicazioni politiche neoborboniche, marketing per il proprio territorio grazie alla ghiotta occasione di essere citati o ricordati da un cantante seguito da tanti, criticato da molti, che del proprio lavoro dice «io scrivo canzoni…sono canzonette ma se non ci fosse stata “Al Sud”, oggi non saremmo qua».

Ma.P