Ancora uno spettacolare sold out per il XX Festival d’autunno. Dopo Loredana Bertè, la protagonista è stata un’altra signora della musica italiana, Patty Pravo. Ieri sera l’arena del teatro comunale di Soverato ha accolto la ragazza del Piper con la migliore delle sue vesti: parterre pieno e pronto a intonare ogni successo che Nicoletta Strambelli ha donato al suo pubblico. È stato così fin dalle prime note di “Se perdo te” con cui ha aperto il concerto, per proseguire poi con “Les etrangers”,  “Poesia”, “Le mani su di noi”, scritto da Venditti proprio per lei. È stato subito dopo “Mercato dei fiori” di De Gregori, che è arrivato sul palco anche Pino Strabioli. Il regista e critico ha cominciato a raccontare insieme a lei la nascita della leggenda Patty Pravo, fin dal suo primo arrivo al Piper a bordo di un maggiolino.

Il concerto ha quindi ripreso il largo con “Qui e là” di Gianni Boncompagni, “Il Paradiso” (di Mogol e Battisti) e “Bambola”. Brani che le hanno consentito di arrivare alla ragguardevole cifra dei 120 milioni di dischi venduti in tutto il mondo, come ha ricordato Strabioli introducendo una carrellata di video delle versioni straniere di “Bambola”, alcune delle quali cantate dalla stessa Patty Pravo.

Dopo il cambio d’abito - passato dalle paillettes rosse a quelle argentate dello scamiciato su consueto completo nero tempestato con dettagli luccicanti -, è stato il turno dei brani più malinconici come “Tutt’al più”, “Col tempo” e “Non andar via”. Jacques Brel, Maurice Bejart, Rudolf Nureyev, il viaggio in Cina - «Ero una sorta di Marco Polo biondo», ha scherzato -, con la lotta per il rock eseguito dai giovani dal vivo, il silenzio del deserto: insieme a Strabioli Pattty Pravo ha raccontato anche delle sue stravaganze in tv, alla corte di Pippo Baudo, e poi a Sanremo con l’abito di Versace che indossò con “Per una bambola” nel 1984.

Con “Pazza idea” i presenti hanno messo da parte ogni timidezza, cantando tutto il brano con il benestare di Strambelli che, dal palco, ha duettato insieme a loro, divertita. Identico coinvolgimento con “E dimmi che non vuoi morire” di Vasco Rossi e Gaetano Curreri, quando ha ricordato anche quando il rocker di Zocca le propose il brano. Grande chiusura poi con “Pensiero stupendo”, intonato in coro dal pubblico che, complice la premiazione conclusiva con il “Cavatore” del maestro Michele Affidato da parte del direttore artistico del Festival, Antonietta Santacroce, e dopo un lunghissimo applauso in piedi, si è catapultato sotto il palco per qualche foto o solo per salutarla da vicino: lei, Patty Pravo, si è concessa amabilmente anche a un paio di selfie, definendo la serata «molto piacevole».

«Anche oggi abbiamo potuto assistere a uno spettacolo emozionale unico – ha affermato il direttore Santacroce -. La presenza di Patty Pravo sul palco è stata straordinaria, ha dimostrato ancora una volta di essere una vera icona della musica italiana, una protagonista assoluta della nostra epoca, anticipandone i tempi e le mode, e alla quale vorremmo un po’ tutte assomigliare per il suo stile inconfondibile e la sete di libertà, trasgressione, sperimentazione. E innovazione». Il Festival d’autunno prosegue adesso con il progetto TarantaCeltica, un ensemble di strumentisti irlandesi e italiani, che il 24 agosto, alla Grangia di Montauro in prima nazionale offriranno un sound unico e travolgente frutto della ricerca del gruppo che unisce le musiche della tradizione irlandese e  calabrese.