Nel cast dell'opera lirica "Otello" di Giuseppe Verdi, che sabato sera ha chiuso con successo la stagione artistica al teatro Politeama di Catanzaro, per la regia di Luciano Cannito, anche il tenore calabrese Alessandro Cosentino, in arte Alessandro D'Acrissa, nel ruolo di Cassio. Un giovane talento che negli anni si è distinto in più occasioni per le sue doti canore tanto da esibirsi nel corso di importanti programmi televisivi nazionali, fiction e nei principali teatri italiani, ottenendo sempre straordinari consensi.

La sua è una voce potente dal timbro intenso che l'artista, originario di San Nicola da Crissa, in provincia di Vibo Valentia, ha curato sin da ragazzino fino al diploma in canto lirico nel 2005 e al diploma in arte drammatica nel 2008 all'Accademia Silvio d'Amico di Roma. Alessandro, da sempre fiero delle sue origini calabresi, ha scelto un nome d'arte che rimanda al suo paese d'origine.

L'esperienza in Otello

Lo incontriamo subito dopo l'esperienza sul palco catanzarese, condivisa con artisti del calibro di Leonardo Gramegna e Joanna Parisi, nei panni rispettivamente di Otello e Desdemona. «E' stato fantastico potermi esibire per la prima volta in un teatro calabrese, con l'unica opera lirica nella nostra regione - commenta il tenore. In Calabria abbiamo tre importantissimi teatri, il Rendano di Cosenza, il Cilea di Reggio Calabria e il Politeama di Catanzaro. Dispiace che in nessuno dei tre ci sia una stagione lirica. Per questo lo spettacolo di ieri ha avuto un valore maggiore». 

In scena il tenore vibonese è il luogotenente scelto da Otello, l'amico fidato Cassio, verso il quale il moro di Venezia nutre una profonda gelosia. «Questo ruolo mi è piaciuto tantissimo - racconta - si tratta di un giovane in preda alle proprie passioni. La sua figura è il collante di tutta l'opera, il nodo principale intorno al quale si svolge l'intera vicenda. Otello è infatti geloso poiché pensa che la sua amata Desdemona lo abbia tradito proprio con Cassio».

Quale futuro per l'opera lirica?

Il 38enne D'Acrissa, così come tutti gli altri artisti in scena, è riuscito a trasferire al pubblico dell'opera verdiana, momenti dalla forte intensità risvegliando la voglia di lirica nei presenti. Ma qual è il futuro di questo genere? «La lirica sta attraversando un momento molto difficile - afferma il cantante - un plauso quindi al sovrintendete Gianvito Casadone che proprio in questo frangente ha portato la grande lirica nella nostra terra. La nostra tradizione è il melodramma. Come in Inghilterra Shakespeare viene osannato, così dovremmo fare in Italia con il melodramma, e anche la scuola dovrebbe fare la sua parte».

Dunque una esperienza che si aggiunge al già ricco curriculum del tenore vibonese che si divide tra la Calabria, precisamente Badolato (Cz) dove attualmente vive, e le regioni del nord Italia, convinto che l'opera lirica possa e debba riavere il ruolo che merita, con i suoi grandi compositori apprezzati in tutto il mondo.

Rossella Galati