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«L’accensione di queste luci è un simbolo. Significa illuminare la storia sconosciuta e per anni volutamente non raccontata, è accendere speranza. Abbiamo fatto sacrifici, lavorato giorno e notte, voi siete la nostra gratificazione. Mongiana deve essere punto di riferimento del territorio e stasera potrete toccare con mano ciò che essa era nel 1852: la più grande industria siderurgica d’Europa”.
Queste le parole del sindaco Bruno Iorfida, rivolgendosi al numeroso pubblico che ieri sera ha partecipato all’evento “Mi illumino di…STORIA”, poco prima dell’accensione delle luci sul grande parco archeologico delle Reali Fonderie Borboniche.
L'evento
Alle 22:00 è stato possibile assistere a uno spettacolo sorprendente: 375 punti luce hanno illuminato l’intera superfice di quasi 5 mila metri quadrati, un lavoro realizzato in meno di un anno. Oltre due milioni di euro è la cifra spesa per portare in vita e restaurare l’intera area, grazie ad un contributo della Regione Calabria e dell’Unione Europea.
Il lavoro svolto dalla Pro Loco ha permesso di accogliere i numerosi ospiti lungo le vie cittadine, che sono stati poi guidati dai ragazzi delle scuole elementari e medie all’interno del museo MUFAR, tra dimostrazioni multimediali e 3d.
Numerosi gli stand espositivi presenti all’evento, esempi di una imprenditoria locale guidata in molti casi da giovani che hanno deciso di investire nel proprio territorio o che sono ritornati in Calabria dando vita a un fenomeno che affonda le proprie radici nella riscoperta e valorizzazione delle tradizioni.
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Il piccolo centro dell’entroterra vibonese è simbolo di quella parte di Calabria che decide di non arrendersi, perchè attraverso il duro lavoro, obiettivi mirati, dedizione e sacrificio è possibile ottenere grandi risultati. Studio, conoscenza, cultura, curiosità sono le spinte motrici che possono permettere alla Calabria di stimare ed esportare il grande patrimonio storico-culturale di cui è dotata.
In una nota lo stesso sindaco aggiunge infatti « Queste luci vogliono illuminare il futuro ma soprattutto la speranza, perché finalmente questi territori possano essere fulcro di uno sviluppo culturale e turistico dell’intera nazione. Siate orgogliosi del vostro passato, credete nel futuro!»