In emergenza, ci si sente più italiani. Dalle finestre sventola la bandiera, dai balconi risuona l'Inno di Mameli, gli edifici pubblici si illuminano di bianco rosso e verde. Alla ribalta, una creazione tricolore tutta calabrese
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Anche in una regione tradizionalmente scettica come la Calabria, in questi giorni di distanziamento sociale, si riscopre l’orgoglio dell’essere italiani. Dai balconi, risuona l’inno nazionale e sventola il tricolore. Opportuno ricordare che proprio la nostra regione aveva dato vita, in occasione del duecentenario della nascita dell’Arma dei Carabinieri, ad un abito simbolo dell’italianità meridionale, nato dalll’intuito dello stilista Claudio Greco.
"L’Italia chiamò"
Se pertanto “L’Italia chiamò” allora, quando l’Arma chiese un abito che simboleggiasse i due secoli di storia della Benemerita, allo stesso modo torna a chiamare adesso, a gran voce, e a causa dell’emergenza. Dando occasione per tornare a parlare della creazione tricolore. L’abito, dopo essere stato per ben due mesi in un apposito spazio espositivo dell’aeroporto di Lamezia Terme, si è riaffacciato in più occasioni istituzionali, mondane, sociali e benefiche.
Moda e tricolore
Così lo stilista, cosentino poliedrico passato da varie forme d'espressività artistica: «Sono stato sempre attaccatissimo alla nostra bandiera - dichiara, interpellato sul percorso creativo che lo ha portato a ideare l’abito “totemico” -. Amo il mio paese in modo totale, da sempre. Sin da bambino, la bandiera, l’essere italiano, il poter rappresentare la nostra creatività era per me un bisogno vero. In questi giorni particolari, l’abito vuole essere ancor di più un simbolo di lotta, di coraggio, di appartenenza: un invito al nostro paese a non abbattersi mai, a non cadere a terra. ho deciso di custodirlo gelosamente in casa».
Gli abiti e la Calabria
Lo stilista cosentino, che ha alle spalle un percorso creativo che parte dalla danza per approdare alla coreografia ed infine al costume - folgorato dall’improvviso apparire sulla scena degli abiti di scena durante i lavori per l’allestimento della Turandot - non è nuovo a simili operazioni. La stessa Calabria è stata protagonista, alla Bit 2011, di una sua performance creativa, una sfilata che raccontava la regione non per immagini ma per abiti: uno per ciascuna delle cinque province calabresi e per le tre catene montuose del territorio, affiancate a creazioni che raccontavano “il paesaggio umano” della regione: brigante, contadino, pescatore, artista.
Un regalo per il Papa
E ancora di Calabria parla l’ultimo progetto che lo vede impegnato: una mantella candida, fatta tessere e ricamare da artigiane calabresi, destinata a Papa Bergoglio. Sul tessuto, ricamate bianco su bianco, le immagini delle chiese e dei conventi più importanti della nostra terra.