E così Miss Italia continua, nonostante la pandemia, nonostante i tempi che cambiano, nonostante tutto, il concorso resta lì, fedele e granitico con le sue centinaia di tappe fissate in tutti i paesi e città d’Italia, dalle coste alle piazze montane, dai vicoli ai quartieri, per scovare il volto e le gambe a cui dare una fascia e una scalinata da cui scendere in lacrime. Un concorso che sembra, a tratti, una missione, difesa a spada tratta contro tagli, polemiche, emergenze, palinsesti sempre meno concilianti. 

Miss Italia: l'arte della resistenza

«Le nostre ragazze sono quasi tutte diplomate, alcune laureate, lavorano, non sono artefatte» dice Patrizia Mirigliani «purtroppo mi tocca ripeterlo sempre, ma il profilo di Miss Italia è così, la ragazza della porta accanto ma sveglia e piena di progetti» aggiunge lei che ieri ha incoronato qui Miss Calabria. La giovane aspirante Miss Italia è Francesca Carolei, 21 anni, di Cosenza, capelli da normanna, occhi azzurri, ancora incredula. «Sogni tanti: l’hostess, la poliziotta, vedremo che accadrà».

Gli anni passano ma vedersi in passerella col costume intero a sperare di ricevere la corona e il mazzo di rose, è un must senza troppe varianti che ha solo cambiato un po’ pelle per resistere alla corazzata dei social, in cima Instagram e Tik Tok, che costruiscono la celebrità anche dall'angolo del bagno, con il selfie giusto che finisce in swipe nelle gallery più o meno ritoccate col filtro bellezza che appiana rughe, gonfia labbra, stringe nasi e fianchi, e riempie di stelline a intermittenza come Madonne barocche.

Mirigliani alle Miss: basta dire «vogliamo la pace nel mondo»

Miss Italia è una gara ma soprattutto un ricordo appigliato alla tv degli anni Ottanta e Novanta, ai papillon degli storici conduttori rassicuranti e dopo un certo orario, soporiferi, alle immagini chiare in 4:3, da prima serata, di una Rai che non c'è più; è un momento di nostalgia da bei tempi, quando alle serate finali l’Italia, lontana anni luce dal concetto di streaming, davvero si riuniva sui divani a votare e giudicare in massa, tifando con uno spirito campanilistico che raramente si vedeva così furoreggiante.

Ma come si dice: le cose cambiano, e quando cambiano poi non si torna indietro. Quella che piace anche chiamare "kermesse", definizione mutuata teneramente dall'olandese che gli affibbia il senso di evento folkloristico e religioso, atteso e annuale, mantiene la formula tradizionale, come la ricetta del pane della nonna o delle patate abbrustolite nella frissura che si eredita di madre in figlia: le sfilate in costume e poi con l’abito elegante, i tacchi, la postura eretta, un numero da votare spillato al petto, le domande sul futuro, gli hobby, i progetti, vibrati al microfono con i capelli messi di lato, phonati da team di parrucchieri chiamati da ogni dove che al ritorno a casa appendono la foto ricordo di un taglio scalato dietro le quinte, nei loro saloni.

«Ma i tempi sono cambiati, le ragazze alla domanda: cosa vorresti? Possono anche non rispondere “la pace nel mondo”, non succede niente – scherza la Mirigliani -. Sul prossimo futuro ci saranno novità, a breve le comunicheremo».

La Miss dell'anno più difficile

Intanto Francesca Carolei, fresca di fascia calabrese, andrà dritta alle finali nazionali in una location ancora da stabilire. Lo scorso anno la pandemia aveva relegato l’incoronazione allo schermo di un telefono, con una diretta in streaming alle quattro del pomeriggio. «Adesso, però, siamo tornati – spiega l’imprenditrice – perché questa è Miss Italia».

Luccica la corona sulla testa di Martina Sambucini, la Miss dell’annus horribilis della pandemia. È un po’ dispiaciuta che il Covid abbia tagliato le gambe alla sfilza di impegni che di solito affollano l’agenda delle neo-elette più belle d’Italia. «Ma adesso stiamo recuperando e finché non cederò lo scettro mi godo il momento».

In conferenza stampa, davanti agli occhi degli agenti regionali Linda Suriano e Carmelo Ambrogio, arrivano anche le altre fasciate calabresi. Francesca Tiziana Russo, Miss Eleganza Calabria; Martina De Lorenzo, Miss Sorriso Calabria; Erika Arena, Miss Cinema Calabria; Denise Caligiuri, Miss Be_Much Calabria; Martina Salvatore, Miss Sport Calabria; Chiara Cipri, Miss Rocchetta Bellezza Calabria; Evelin Inzillo, Miss Miluna Calabria; Alessia Ventrice Miss Brutia Calabria.

Tutte belle, arrivate di mattina con le borsette di lurex, i tacchi dodici, l'aria affamata di esperienza, hanno occhi solo per la Mirigliani che difende la creatura Miss Italia quando le si chiede se in un’epoca di adolescenti indebolite dalla ricerca ossessiva dell'apparenza, un concorso di bellezza non sia un pericoloso anacronismo. «No, anzi, noi apriamo le porte a tutti i tipi di ragazze, di qualsiasi taglia, questo le aiuta a mettersi in gioco, a superare le proprie insicurezze, poi ognuna sceglierà la sua strada, questo non dipende da noi ma solo da loro».