VIDEO | Un numerosissimo pubblico ha accolto il ritorno dopo quasi 10 anni della kermesse di musica etnica. Presente anche il sassofonista Marco Zurzolo
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I giardini dello storico Palazzo "Fondazione Zappia" a Locri hanno ospitato una manifestazione che mancava ormai da nove anni: “Ai confini del sud”, un festival di musica etnica ideato dal musicista Massimo Cusato e che ha l’obiettivo di mettere al centro dell’attenzione la cultura euro-mediterranea. Un viaggio attraverso le tradizioni musicali proprie dei popoli del sud, valicandone i confini per scoprire le molteplici contaminazioni culturali che la musica è in grado di regalare e per recuperare i valori più antichi.
La kermesse locrese si è sviluppata in tre serate che hanno registrato un’importante presenza di pubblico e che hanno visto alternarsi sul palco autorevoli artisti del panorama musicale nazionale. Ad alzare il sipario sulla prima serata è stato Mario Venuti, accompagnato dal chitarrista e cantautore Tony Canto in una serata in cui i due artisti siciliani hanno incantato il pubblico proponendo i brani dell’ultimo album di Venuti “Tropitalia”.
La seconda serata ha visto esibirsi il Marco Zurzolo Quintet. Una performance in cui il sassofonista e compositore partenopeo Marco Zurzolo, assieme ai talentuosi musicisti del quintetto, ha sapientemente unito il jazz e la tradizione popolare in un’atmosfera unica. Il testimone per la serata conclusiva del festival è infine passato in mano al cantautore brindisino Tony Bungaro. Uno spettacolo che ha messo in risalto le grandi doti vocali dell’artista oltre che quelle autorali e che ha divertito i presenti con degli intermezzi fatti di aneddoti raccontati dall’artista. Lo show di Bungaro è stato inoltre impreziosito dal contributo musicale dei maestri Antonio Fresa e Massimo Cusato. Nel corso della manifestazione, proprio Massimo Cusato, ideatore e direttore artistico del festival, ha ricevuto il “Premio Città di Locri. Musica”.
«Per me questo festival è come un figlio - ha commentato Cusato - sono davvero felice perché ho visto la risposta del pubblico e ho visto che la gente della Locride aveva voglia di vivere questa esperienza. Sono ripartito con degli amici musicisti con cui ho collaborato per tanti anni e quindi sono andato sul sicuro. È un ritorno alle origini, non posso che essere soddisfatto».