L’attrice ha ripercorso la sua lunga e importante carriera al PalaCultura: «Il cinema di oggi – ha commentato – è zoppicante»
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«In Calabria per me c’è una parte che oggi considero famiglia, perché il compagno di mia figlia Naike è di Gerace, e il prossimo anno si sposeranno». Una dichiarazione d’amore vera e autentica quella di Ornella Muti, in scena al PalaCultura di Locri con “Racconti di Cinema” per la XXXI Stagione Teatrale della Locride. Un importante appuntamento del cartellone organizzato dal Centro Teatrale Meridionale, per la Direzione artistica di Domenico Pantano. «Appena posso vengo volentieri – ha proseguito l’attrice – dove ho una famiglia acquisita che mi accoglie sempre con tanto affetto. E poi il posto è bellissimo. La Calabria l’ho scoperta tardi, ma per me è sempre una gioia, e qui riesco a mangiare delle cose ancora vere».
L’attrice nello spettacolo, prodotto da Evetimes, ha raccontato la propria lunga e prestigiosa carriera, che l’ha portata a essere una vera icona del cinema internazionale. Francesca Romana Rivelli all’anagrafe ha esordito a soli 14 anni e ha lavorato in ruoli intensi e drammatici, oltre che in quelli più leggeri, con i più importanti registi italiani e stranieri. Da Ettore Scola a Damiano Damiani, da Mario Monicelli a Dino Risi, passando per Marco Ferreri, Carlo Verdone, John Landis e Woody Allen. Una lunga e importante carriera che l’ha portata a vincere numerosi premi come la Targa d’oro ai David di Donatello, due Grolle d’oro come migliore attrice e alla carriera, tre Ciak d’Oro, tre Globi d’Oro, due Nastri d’Argento e tanti altri riconoscimenti al festival del Cinema di Venezia. Ad accompagnare il racconto, le musiche di Espedito De Marino alla chitarra e la voce raffinata di Marta De Marino. Sullo sfondo le immagini suggestive dei momenti salienti della sua carriera e le scene delle sue indimenticabili interpretazioni. Un affascinante ritratto di una delle più luminose stelle del nostro tempo, in uno spettacolo che ha saputo regalare al pubblico calabrese emozioni e divertimento.
«Il cinema di oggi è zoppicante – ha ammesso - ruoli per me ce ne sono pochi. Se ho un film preferito? Ho avuto un carriere poliedrica, dai film di autore, alla commedia popolare. E’ difficile scegliere, uno è bello, un altro ti ha dato molto successo, sono tutti figli miei. In teatro ho tanti progetti, è bellissimo ma è una vita molto faticosa, ma è un amore che ho scoperto tardi ma un tipo diverso di recitazione e di lavoro, ti regala il contatto diretto col pubblico. Una volta c’era il pregiudizio chi faceva cinema non sapeva fare teatro. Oggi è diverso, anche se lo spazio scenico devi saperlo gestire. Noi viviamo grazie al pubblico, se il pubblico non ti ama ti possono amare tutti i registi del mondo, ma se il pubblico non ti guarda l’attore muore. E’ una fonte di energia, e solo il pubblico ti fa vivere».