VIDEO | Magica serata con la stella del jazz afroamericano accompagnato dall'Urban Trio: «Per gli studenti un'opportunità per arricchire il loro bagaglio culturale» ha detto al nostro network
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Le note del sax del leggendario Bobby Watson risuonano nel Teatro Auditorium dell’Università della Calabria per un memorabile concerto, impareggiabile regalo di Pasqua per tutti gli appassionati. L’appuntamento, inserito nel cartellone della terza stagione di JazzAmore, coordinata dal direttore artistico Marco Verteramo, ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni.
Da Kansas City a Milano
Cresciuto a Kansas City, Watson è tra i principali interpreti del jazz afroamericano. Collega all’università di Miami di altri artisti del calibro di Pat Metheny e di Jaco Pastorius, conquistò la ribalta mondiale nella seconda parte degli anni settanta nell’indimenticata formazione The Jazz Messengers, di Art Blakey, di cui fu anche direttore musicale, da cui derivò una prolifica produzione discografica, ben 11 album, dal primo Gypsy folk tales del 1977 a Straight ahead del 1981. Subito dopo la conclusione di quella esperienza Bobby Watson approda in Italia, a Milano, dove il suo percorso si intreccia con quello di Sergio Veschi della Red Records. Da questo sodalizio nascono due album: Appointment in Milano e Round Trip, quest'ultimo inciso con musicisti italiani, tra i quali Attilio Zanchi e Piero Bassini. Da quel momento l'Italia entra nel cuore del sassofonista afroamericano.
Ritorno in Calabria
In Calabria si era già esibito nel 2016 al Castello Svevo di Cosenza con tre nuove leve della scena jazzistica nazionale: il batterista Elio Coppola, il pianista Andrea Rea al piano ed il bassista Daniele Sorrentino. Questa volta, sul palco del teatro dell’università, Bobby Watson è stato accompagnato dall’Urban Trio composto da Giampaolo Laurentaci al contrabbasso, Dino Plasmati alla chitarra e Alessandro Napolitano alla batteria con special guest la cantante Maria Teresa Vannini. «È molto importante portare la musica jazz nelle università italiane – ha detto al nostro network a margine dello spettacolo - perché si tratta di un’ottima occasione per gli studenti di arricchire il loro bagaglio culturale. C’è una esigenza ancora attuale di coniugare i valori della condivisione che portarono alla nascita del jazz, di quella evoluzione stilistica che prese spunto dalle comunità afroamericane, orientata verso la crescita dell’individuo, che nutre lo spirito della persona».
Una ventata di libertà
«Il jazz è una ventata di libertà - aggiunge - origina da una comunione di diversi generi musicali. Aiuta a scacciare tutti i pensieri negativi». Oltre al jazz il cartellone del Teatro dell’Università della Calabria propone musica classica, prosa e poi la rassegna Cinema in Campus con agevolazioni tariffarie per gli studenti: «Proviamo a sopperire alla mancanza di un teatro pubblico proponendo un progetto culturale – dice il direttore del Tau Fabio Vincenzi – Per esempio il prossimo 6 aprile ospiteremo Ascanio Celestini che nel suo spettacolo Rumba. L'asino e il bue del presepe di San Francesco nel parcheggio del supermercato, ci aiuterà ad esplorare temi attuali come la povertà, la fratellanza e la ricerca di senso nella società contemporanea». L’obiettivo dunque non è l’incasso al botteghino, eppure il pubblico non manca: «Abbiamo registrato due sold out e siamo ancora all’inizio della stagione – dice Vincenzi – Segnale della capacità di catturare l’attenzione del pubblico. Ma l’importante per noi non è sbigliettare ma instaurare un dialogo con la gente».