Ama Calabria, Vacantusi e Teatro P ricordano come da novembre tutto taccia sullo storico immobile e la commissione prefettizia non stia facendo sapere se e come si starebbe occupando di rendere nuovamente utilizzabili i tre teatri comunali
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«L'inerzia della commissione riguardo alle questioni culturali, sportive e del tempo libero deve essere superata e invitiamo ancora una volta il prefetto e quanti hanno responsabilità di governo sovra comunale ad intervenire con azioni concrete».
Così Ama Calabria, I Vacantusi e Teatro P riaprono il tema dei teatri comunali chiusi con particolare riferimento al Teatro Grandinetti.
Era il 9 novembre quando con una nota il presidente della commissione prefettizia Francesco Alecci, ricordano le associazioni, «scriveva che l'unico strumento da azionare per garantire realmente e efficacemente l'interesse pubblico sia costituito dalla immediata attivazione di un procedimento di esproprio per pubblica utilità delle particelle catastali relative alla via di fuga per camerini, galleria, palchi e a quella dove è allocato l' impianto centrale antincendio».
Nel frattempo, Ama Calabria e Vacantusi hanno trasferito le stagioni a Catanzaro sobbarcandosi imprevisti oneri economici per offrire il trasporto da Lamezia.
«Come operatori culturali non abbiamo smesso un solo istante di stimolare quanti hanno responsabilità e competenze per individuare soluzioni che consentano di restituire alla città l'attività culturale che merita e per la quale è ben nota al di là dei confini regionali – scrivono le tre associazioni -. A queste sollecitazioni si è risposto da parte della Commissione con un assordante silenzio».
«Ad oggi – incalzano - non è dato sapere, non solo quando è prevista l'apertura del Teatro Grandinetti, ma addirittura se le procedure di cui alla nota del nove novembre scorso siano state messe in moto. Non è dato sapere cosa la Commissione abbia disposto per la riapertura del Teatro Costabile e del Teatro Umberto anch'essi chiusi e, soprattutto, se abbia rivisto o intenda revocare la deliberazione che definiva il Teatro Ente rilevante a fini economici qualifica quest'ultima non realistica come ampiamente e documentalmente dimostrato dagli operatori nel corso di diverse riunioni».
«Il rischio che Lamezia Terme sta correndo è molto alto non solo perché la non attivazione delle procedure di fatto bloccherà l'avvio della prossima stagione e di tutte le altre iniziative da realizzarsi nei contenitori teatrali ma peserà – concludono - come un macigno, soprattutto sulla formazione delle giovani generazioni a cui è preclusa qualsiasi opportunità di stimoli culturali indispensabili per una crescita sana e civile».