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Sono dieci le mete che la Rough Guide, una delle guide turistiche più diffuse in tutto il mondo, ha scelto anche quest’anno compilando una vera e propria “top ten” mondiale.
In questa importante classifica c’è anche la nostra regione che ha ora l'opportunità di mostrare e valorizzare al massimo le proprie bellezze e la propria identità, offrendo quello che aree meglio attrezzate e organizzate hanno perso.
La guida definisce la nostra come “una regione ricca di Resort di charme lungo le bellissime coste tirrenica e ionica, dove è possibile trovare rustici villaggi di montagna e cucina arricchita dal peperoncino, elementi che fanno di questa regione una delle destinazioni preferite per le vacanze italiane”. E prosegue, evidenziando che “fino ad ora, il turismo della Calabria è stato soprattutto nazionale. Storicamente sottosviluppato, questo tratto del sud è stato a lungo trascurato e rimane un po' emarginato, con una presenza potente della mafia 'ndrangheta ancora in alcune parti della regione. Tuttavia, quest'anno i nuovi voli in programma da Torino a Lamezia Terme, insieme a siti come Airbnb, stanno aprendo anche le città più rurali ai viaggiatori avventurosi in cerca di un altro aspetto dell' Italia. Case riscaldate da fuochi di legna, alimenti biologici dalla fattoria alla tavola, vini locali, sponde del Mediterraneo poco affollate e una ospitalità senza precedenti attesa come una ricompensa”.
Il Presidente della Regione Mario Oliverio commenta: ‘E’ una importante opportunità che si offre alla Calabria. Siamo consapevoli che molti viaggiatori, estimatori del Bel Paese, dopo aver visitato i luoghi più famosi, ora stanno rivolgendo la loro attenzione verso la nostra regione. La Calabria ha preservato e protetto alcuni aspetti che mantengono una forte componente ancestrale, ricca di fascino. Adesso, però, tocca a noi adeguare l'offerta turistica. Da questa circostanza ci viene una indicazione che dobbiamo saper interpretare nel modo giusto. La Calabria è una regione più adatta ad un turismo di qualità; un turismo dove la cultura, sia che si esprima attraverso opere d'arte, siti archeologici, castelli, itinerari religiosi e di fede, sia attraverso riti, profumi e sapori, deve finalmente fare fino in fondo la propria parte”.
“Il passato -conclude Oliverio- ci ha lasciato una grande quantità di risorse che ora dobbiamo saper valorizzare nel modo più intelligente, per mandare a regime tutte le nostre potenzialità attrattive. La più grande rivoluzione che possiamo operare è quella di liberarci dal vittimismo. E’ il momento di rovesciare alcuni stereotipi che, da sempre, hanno condizionato l’immagine della nostra regione, per affermare e proiettare una Calabria diversa, terra di accoglienza, con la sua proiezione unica nel Mediterraneo”.