“Il Monaco che vinse l'Apocalisse”, film dedicato alla vita di Gioacchino da Fiore, ha conquistato in Inghilterra il "Premio Best Script Award" nella sezione Best Historical Screenplay. L’opera cinematografica, diretta dal registra Jordan River, sostenuta dalla Calabria film commission, ha toccato nelle fasi di lavorazione diverse aree del territorio Cosentino, Crotonese e Vibonese. La pellicola è ambientata nel 1200 e ha come protagonista l’abate originario di Celico. Sono presenti più livelli narrativi: uno storico, che si basa su eventi realmente accaduti, e uno fantasy, che prende vita da stati metafisici come la dimensione onirica, ma anche l’estasi e il viaggio nei tre regni dell’immaginario dantesco, ossia Inferno, Purgatorio e Paradiso.

Le riprese del film

Per la realizzazione del film, le riprese hanno toccato la Sila, lo Jonio. E poi ancora San Sosti, le grotte di Zungri. Paesaggi suggestivi, boschi incontaminati, località di grande interesse storico che attraverso la pellicola vengono ulteriormente valorizzati. Presso l’insediamento rupestre della Valle degli Sbariati, sito le cui origini sono ad oggi avvolte nel mistero, nel 2022 vennero registrate alcune delle scene più significative con i principali protagonisti: Francesco Turbanti, che interpretava proprio Gioacchino, e Bill Hutchens nei panni del cabalista ebreo incontrato dall’abate durante la traversata nel deserto lungo la strada per Gerusalemme. 

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L’orgoglio del sindaco di San Giovanni in Fiore

In riconoscimento rappresenta un motivo d’orgoglio per l’intera Calabria. Sui social, il sindaco di San Giovanni in Fiore nonchè presidente della Provincia di Cosenza, Rosaria Succurro ha commentato: «Sono felicissima: “Il Monaco che vinse l'Apocalisse”, film sulla vita di Gioacchino da Fiore diretto da Jordan River , ha vinto a Londra il premio “Best Script Awards”. Il lavoro, di cui abbiamo seguito le riprese in città e nella nostra Sila, ha il sostegno di Calabria Film Commission. Ci auguriamo che questa pregevole e coraggiosa opera abbia tanto successo e che avvicini l’Abate a un pubblico sempre più numeroso. Gioacchino è patrimonio dell’umanità».