Attore e regista teatrale sangiovannese da trent'anni sulla scena, interpreta nella pellicola del regista Jordan River la parte del Priore della Sambucina che accoglie Gioacchino da Fiore. La soddisfazione del presidente del Centro Studi Gioachimiti Succurro
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Gioacchino da Fiore debutta sul grande schermo. "Il Monaco che vinse l'Apocalisse" sarà presto al cinema. Siamo nell’epoca delle crociate, l’abate calabrese Joachim vive immerso nel suo mondo fatto di studi, preghiera, silenzio e visione mistiche. Il saio è ormai diventato la sua seconda pelle. Il monaco vive avvolto dall'oscurità del mondo, gli appaiono rivelazioni divine, profezie e incomprensibili messaggi che solo il suo cuore riesce a disvelare. Ora lo attende un’ultima impresa, la più difficile dell'uomo: vincere l'apocalisse. Il film è un viaggio profondo sulla speranza, sulla vita oltre la vita, sulla ricerca del divino, sulla forza dell'amore. Un film di 90 minuti per la regia di Jordan River. Il cast: Bill Hutchens, Elisabetta Pellini, Yoon C. Joyce, Costantino Comito, Nikolay Moss.
Nel film il Priore della Sambucina è interpretato da Salvatore Audia, un attore di teatro che vive nella Città di Gioacchino, San Giovanni in Fiore. Da circa trent’anni il suo mondo è il teatro calabrese. Audia ha interpretato il “Berretto a sonagli“ di Pirandello ed è stato autore, regista e protagonista di tantissime commedie, con notevole e crescente successo di pubblico e di critica.
Ma Salvatore Audia è anche molto di più. Oltre che autore di testi teatrali e attore, è anche poeta, cantautore, musicista. Nel 1993 fonda la compagnia teatrale "Nuova Idea", nel 2009 incontra il cinema e collabora col regista Jordan River nel teaser Sacro Codice, poi partecipa al corto "Prima del Buio" e negli ultimi anni partecipa a diversi altri cortometraggi sui grandi temi della nostra società. Recita anche nel lungometraggio "Tienimi Stretto" del regista Luca Fortino. Nell’estate del 2014 si aggiudica il Premio Caccuri – sezione teatro dialettale – con la commedia “Tuttu mme potia penzare”. Nel 2022 è sul set del film “Il Monaco che vinse l'Apocalisse” dove ha ricoperto il ruolo del Priore della Sambucina che accoglie il pellegrino Joachim nella sua Abbazia.
Per la maggioranza delle persone, Gioacchino da Fiore viene conosciuto solo per la citazione nella Divina Commedia di Dante Alighieri. Dante, lo colloca nel Paradiso (Canto XII, vv. 139-141) definendolo «…di spirito profetico dotato». Pochi sanno che La Divina Commedia stessa è ispirata al poema “De Gloria Paradisi“, scritto da Gioacchino da Fiore un secolo prima di Dante. L’abate calabrese è senza dubbio uno dei più grandi profeti, intellettuali e visionari del mondo, che ha influenzato la storia per tanti secoli. Si ispirano a lui tanti artisti e pensatori, da Montaigne, Hegel, Joyce e Michelangelo per il Giudizio Universale, ma anche Cristoforo Colombo. Tutti si sono ispirati al suo pensiero figurativo, fino ad essere definito "Maestro della civiltà europea". Proprio in queste settimane è stato celebrato a San Giovanni in Fiore uno straordinario congresso internazionale, il 10º in oltre quarant’anni di studi gioachimiti, al quale hanno preso parte decine di studiosi da tutto il mondo, perfino dal Giappone.
Notevole è l’interesse dei papi su Gioacchino da Fiore, studiato e apprezzato dal finissimo intellettuale che era Benedetto XVI che più volte si è rivolto al presidente del Centro Studi Riccardo Succurro per chiedere informazioni e testi sull’Abate. Il film farà certamente riflettere su molti temi, prima di tutto su quelli legati all’Apocalisse di Giovanni, poco trattati dal mondo religioso. L’uscita del film è prevista per dicembre 2024, in concomitanza con l’avvio dell’Anno Santo. Entro la fine della prossima estate, il film sarà disponibile in inglese e francese, e successivamente in tutte le lingue.
La soddisfazione del presidente del Centro Studi Gioachimiti Succurro
«Siamo stati fra i primi a sostenere il progetto di Jordan River fornendo collaborazione, supporto documentale, una manifestazione di interesse, i volumi che abbiamo pubblicato, interviste. Il film è una ulteriore testimonianza dell'interesse che continua a suscitare l'abate calabrese». Il presidente Succurro poi parla di Gioacchino da Fiore come «interprete dell'Apocalisse, rivelazione di Cristo a Giovanni e profezia di Giovanni alla Chiesa. Nell'Apocalisse sono enigmaticamente rappresentati gli eventi passati, annunziati quelli futuri, descritte l'apertura delle cose sigillate e lo svelamento di quelle nascoste. L'Apocalisse è in parte già racconto, in parte rimane profezia. Da "storiografo dello spirito", Gioacchino da Fiore prospetta l'ordito provvidenziale della prossima età della storia salvifica. Ed il film racconta questo straordinario pensiero».