Intervista esclusiva con il maestro del jazz italiano Gianluigi Trovesi, in arrivo a Catanzaro per il Festival Jazz. Tra aneddoti, riflessioni sul jazz e un incontro speciale, il musicista si racconta. Il leggendario jazzista Gianluigi Trovesi si prepara per una serata unica a Catanzaro, ma rivela anche i segreti del jazz, raccontando il suo percorso musicale e rispondendo a una domanda scioccante: È davvero la musica del diavolo?

Dalla carriera alle sfide private, l’ex showgirl Simona Tagli racconta la sua evoluzione come donna e madre, rivelando aneddoti e pensieri sulla vita, l’amore e la Calabria (rivedi qui l’intera puntata).

Il maestro Trovesi: «Sempre bello tornare in Calabria»

Al Jazz Fest 2024, Gianluigi Trovesi, uno dei grandi maestri del jazz italiano, si è concesso un'intervista esclusiva ai microfoni di Zigo Zago. Il maestro, questa sera al Teatro Comunale insieme a Paolo Damiani ed Ettore Fioravanti, ha parlato con passione della sua musica e ha svelato alcuni dettagli inediti sulla sua carriera.

«Quando ci invitano per eventi come questo, penso che il pubblico speri di vedere qualcosa di speciale, ma per me è sempre un onore essere qui», ha detto Trovesi, con la consueta modestia.

Ma la vera rivelazione è arrivata quando gli è stato chiesto se il jazz fosse davvero la musica del diavolo, come spesso viene descritto nel folklore musicale. «Ah, ha sbagliato comitiva», ha esclamato, ridendo. «Io ho lavorato con Franco Cerri, un grande chitarrista, e lui diceva che il jazz è come i metalli: va dal mercurio al piombo. C'è tanta varietà, e ogni musicista può scegliere il proprio metallo. Non è una cosa demoniaca, ma una musica che sa parlare alla gente».

Trovesi ha spiegato che, per lui, il jazz è una musica che offre infinite possibilità di espressione. «Non è per tutti – ha ammesso – è come nuotare: ci sono tanti mari dentro, ma bisogna avere la capacità di stare a galla e apprezzarne le profondità». Il maestro, che quest'anno ha compiuto 80 anni, ha sottolineato quanto il jazz sia una forma d'arte malleabile e personale, capace di emozionare a livelli diversi, proprio come un buon metallo che cambia forma a seconda di chi lo manipola.

Trovesi ha parlato con orgoglio del suo trio con Paolo Damiani e Ettore Fioravanti, sottolineando che, sebbene si tratti di una formazione storica, ogni concerto è un'opportunità per aggiungere nuovi strati alla musica: «Non è il mio trio, ma la nostra musica è una conversazione che non finisce mai». Trovesi ha poi voluto dedicare un pensiero al jazz come forma di comunicazione. «La musica da camera ha una partitura, dove ognuno sa cosa fare. Il jazz invece è come una conversazione tra amici: non c'è mai una vera conclusione, si continua a scoprire, a inventare». Un concetto che riassume perfettamente il suo approccio alla musica: mai statica, sempre in evoluzione.

A pochi minuti dal concerto, Trovesi ha accennato anche al suo ultimo lavoro, Old and New Dances, un disco che segna un ritorno alle sue radici, ma con uno sguardo rivolto al futuro. «Il jazz è una musica che non smette mai di stupire – ha dichiarato – ogni volta che lo suoni, è come se scoprissi qualcosa di nuovo».

Trovesi ha poi aggiunto quanto apprezzi la Calabria e il pubblico che accoglie sempre con calore i suoi concerti. «È sempre bello tornare qui, il pubblico calabrese è appassionato e ti fa sentire a casa. E poi, come ho detto prima, è un onore suonare con grandi maestri come Paolo e Ettore», ha concluso. 

Simona Tagli e la lotta tra showbiz e maternità

In una piacevole intervista, in collegamento dalla nostra sede di Milano di LaCity Mag, assieme a Luca Varani, Simona Tagli si racconta senza filtri, parlando delle sue esperienze più intime, delle difficoltà del passato e delle conquiste personali. «Oggi so dire di no senza paura», dice, mentre guarda al futuro con un nuovo progetto da scrittrice.

Simona Tagli, una delle showgirl più amate degli anni '90, si racconta in un’intervista a cuore aperto, rivelando i retroscena della sua carriera e della sua vita privata. In un periodo in cui il mondo dello spettacolo e le dinamiche familiari sembrano essere incompatibili, Simona ha saputo affrontare le sfide di una carriera pubblica di successo, pur non volendo mai rinunciare al suo ruolo di madre. «La maternità è stata una vera lotta, ammette, ma oggi posso dire che è stata la mia più grande vittoria. Essere una donna dello spettacolo e una madre non è mai facile, ma quando si crede in ciò che si fa e si lotta per i propri sogni, alla fine si trova un equilibrio».

Simona riflette anche sulle difficoltà che le donne devono affrontare nel mondo dello spettacolo, soprattutto quando diventano madri. «Le rinunce fanno parte della femminilità, ma ci fanno anche crescere», dice con consapevolezza. «Nel corso degli anni ho imparato a dire di no, a scegliere con maggiore lucidità e a mettere al primo posto ciò che veramente conta per me. Oggi posso finalmente dire che non accetto più compromessi che non mi fanno stare bene».

Durante l’intervista, Simona non nasconde il suo amore per la Calabria, terra che le ha regalato ricordi indelebili. «La Calabria è una regione che adoro. L'aria è pulita, il cibo è straordinario e i paesaggi sono mozzafiato. Ho avuto modo di conoscere e apprezzare questa terra grazie al mio lavoro, e mi sono innamorata della sua genuinità e delle tradizioni», racconta Simona, che ha avuto anche la possibilità di lavorare in Calabria, condurre il Festival di Castrocaro e apprezzare la bellezza dell’entroterra calabrese.

Il futuro per Simona è ricco di nuove sfide: la showgirl ha deciso di intraprendere una carriera come scrittrice, e il suo primo libro, che racconta le esperienze di una giovane violinista, è pronto a essere pubblicato. «Il libro è una favola moderna – spiega Simona – una storia di crescita, di delusioni e di come la vita ci porti a prendere strade diverse per evolverci». Il progetto segna una nuova fase della sua vita, lontano dai riflettori televisivi, ma altrettanto importante per la sua evoluzione personale.