Adombrato da un meteo capriccioso e dalle movimentate polemiche legate allo sfruttamento intensivo delle spiagge su cui va in scena, il Jova Beach Party è pronto per sbarcare a Roccella.  E in paese non si attende altro: l’esodo di fan e turisti previsto – 60 mila gli spettatori attesi nelle due serate in riva allo Jonio – ha fatto registrare affari d’oro un po’ per tutti gli operatori legati all’accoglienza turistica, sia quelli professionali che i (tanti) improvvisati dell’ultimo minuto. Una fiumana di persone che, nel giro di tre giorni, invaderanno Roccella e i paesi adiacenti, almeno per il tempo dei concerti.

L’impatto ambientale

Allestito il mega palco e sistemate le postazioni del “villaggio” che l’evento di Jovanotti si porta dietro. Incassate le piccate rassicurazioni a mezzo social del cantautore romano sull’impatto ambientale dell’evento, sono in molti però ad avere raccolto i messaggi di critiche piovuti nelle ultime settimane sull’intera manifestazione da parte di diverse associazioni ambientaliste, dalla Lipu a Italia Nostra, fino alla lettera aperta del geologo Mario Tozzi.

Lo sbancamento di un tratto di spiaggia grande quanto tre campi da calcio, e del delicatissimo ecosistema alle spalle, d’altronde, ha lasciato segni evidenti. E dopo il prima Jova Party, datato 2019, ci vollero un paio d’anni perché la spiaggia e il sistema di dune mobili alle sue spalle tornassero in sesto.

Mordi e fuggi

Impossibile, o quasi, trovare una camera in concomitanza con la due giorni di spettacoli. A Roccella come praticamente in tutti i paesi del circondario. Sulle maggiori piattaforme on line se ne trovano giusto una manciata e a prezzi non proprio accessibili. E se il sistema alberghiero-ricettivo della Locride – poco meno di 2 mila posti letto – si è attrezzato per tempo vendendo pacchetti che andassero oltre il picco dei due giorni del JBP e accordandosi con un tetto concordato ai prezzi, il resto degli operatori, si è mosso in ordine sparso. Con la conseguenza che tra i privati è scoppiata una corsa all’offerta “mordi e fuggi”, dove ad essere morso però, nella maggior parte dei casi, è sempre il turista, impallinato con costi newyorkesi; con l’incognita di trovarsi ad affittare (rigorosamente in nero) una stanza «a 5 minuti dal concerto» che poi in realtà si trova arroccata in una delle valli interne del territorio. Nel suk delle case private in affitto nei giorni immediatamente precedenti a Ferragosto, una stanza può arrivare a costare anche 150 euro a persona. Per non dire degli aumenti “volanti” in bar e ristoranti. L’ottica è sempre la stessa, monetizzare al massimo una stagione da cui ci si aspettava di più in termini di presenze.

Chiuso per concerto

Impossibile (o quasi) accedere in paese nei giorni del concerto con la propria auto. Il mastodontico piano logistico messo in piedi dall’amministrazione di Roccella ha infatti lasciato solo piccole finestre temporali per i non autorizzati. Una sorta di serrata che dentro i confini cittadini diventa ancora più stringente con il blocco totale dei veicoli a motore nelle ore previste per l’ingresso e il deflusso del pubblico.

Tenuti lontani dall’area del porto delle Grazie – dove in queste ore continuano ad essere ospitati, in una struttura di plastica a poche centinaia di metri dal concerto, i migranti arrivati sullo Jonio attraverso la “rotta turca” – le auto dei fan di Jovanotti saranno dirottate nelle zone periferiche di Roccella, ma anche di Caulonia e di Marina di Gioiosa, dove da giorni sono stati allestiti i parcheggi. Venti euro il costo medio per la sosta. Almeno in quelli ufficiali, visto che negli ultimi giorni in tanti hanno spianato e ruspato ogni superfice disponibile per accatastarvi le auto del concerto green. Al costo del parcheggio poi vanno aggiunti i soldi per il servizio delle navette. Sono decine i privati cittadini che hanno messo a disposizione la propria auto, registrandone la targa, per portare i clienti da e per le zone di parcheggio: costo previsto, tra i 4 e i 6 euro a persona.

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