“Regina”, l’opera prima del regista calabrese Alessandro Grande, che vede protagonisti Francesco Montanari e Ginevra Francesconi, sarà l’unico film italiano tra i dodici in concorso nella selezione ufficiale al 38° Torino Film Festival in programma dal 20 al 28 novembre. La rassegna cinematografica che promuove e predilige i film d’autore annovera in questa edizione il primo lungometraggio diretto dal regista Premio David di Donatello come Miglior cortometraggio per “Bismillah” e girato tra le montagne della Sila, in una Calabria insolita e personale.

La trama

Protagonisti della storia un padre e una figlia sconvolta da un evento tragico. Regina, interpretata dalla giovane e promettente Ginevra Francesconi, ha 15 anni e sogna di fare la cantante. A supportarla c’è suo padre Luigi, Francesco Montanari, che è tutta la sua famiglia dato che Regina ha perso la madre anni prima. Il loro è un legame fortissimo, indissolubile, almeno fino a quando, un giorno, un evento imprevedibile cambierà le loro vite. Un racconto che oscilla tra film di genere e romanzo di formazione lungo il filo rosso del senso di colpa e delle responsabilità. “La storia – commenta Grande - nasce da un bisogno forte e personale di raccontare il tema del confronto e dello scontro generazionale attraverso due figure, come quelle di Regina e Luigi, legati da un rapporto simbiotico destinato a cambiare dopo il verificarsi di un evento tragico. Giorno dopo giorno, Regina si troverà a compiere un viaggio nel profondo della propria coscienza parallelamente al percorso del padre, mirato alla ricerca di una sua maturità che possa farlo diventare uomo”.

Una grande occasione

Prodotto da Bianca srl e Rai Cinema, con il contributo del MiBACT, della Regione Calabria e Fondazione Calabria Film Commission, in associazione con Asmara Films, Regina sarà presentato in anteprima mondiale al festival di Torino il 25 novembre e prossimamente distribuito da Adler Entertainment. L’esordio nel lungometraggio per Alessandro Grande, che arriva dopo un lungo percorso nel cinema breve con tantissimi premi ottenuti in tutto il mondo, rappresenta dunque una grande occasione di promozione per la Calabria e per i suoi set naturalistici a livello nazionale e internazionale: «I paesaggi della mia terra sono parte integrante della storia e delle atmosfere del film. Ho voluto raccontare una Calabria diversa, lontana dagli stereotipi che la vedono spesso dipinta come luogo di malaffari e di criminalità. Un film che ha vissuto in pieno le difficoltà del lockdown e che spero possa approdare presto in sala dopo la vetrina di Torino».